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Panino al prosciutto
A volte mi capita di entrare in libreria senza ispirazioni e senza un'idea precisa.
In questi casi adopero una tecnica che, per quanto stramba, ritengo infallibile. Mi avvicino agli scaffali con gli autori sistemati in ordine alfabetico e comincio a tirar giù i libri che mi colpiscono, per i colori, per la fattura della copertina, o per chissà che altro. Il più delle volte, infatti, è il solo caso a guidarmi.
Poi apro una pagina qualunque, di solito a metà del libro, e ne leggo non più di dieci righe. A questo punto il gioco è fatto. Se la reazione è di indifferenza, poso il libro immediatamente.
Ma se c'è qualcosa, anche una sola parola, che riesce a stupirmi in qualunque modo, allora procedo spedita. Prendo il libro, rientro a casa, e inizio a leggerlo, praticamente da subito.
Ecco le righe che ho letto di Bukowski, proprio in uno dei miei girovagare senza meta:
"Non mi piaceva nessuno, in quella scuola. Credo che loro lo sapessero. Credo che fosse per quello che mi odiavano. Non mi piaceva come camminavano, come parlavano, non mi piacevano le loro facce, ma d'altra parte non mi piacevano nemmeno mio padre e mia madre. Avevo ancora la sensazione di essere circondato da bianchi spazi vuoti".
È tanta, è densa, è quasi gelatinosa, l'aria bianca che si insinua negli spazi vuoti intorno a Henry Chinaski, detto Hank, nient'altro che l'alter ego letterario, fatto di verità e immaginazione, di Charles Bukowski.
"Panino al prosciutto" è una cronaca spietata, è una sorta di romanzo di formazione, in cui lo scrittore racconta gli anni della sua infanzia e della sua prima giovinezza, mettendosi a nudo oltre ogni pudore.
La storia di Henry/Charles è una storia triste, in cui la disillusione insegue la disperazione, e in questa in fondo finisce per specchiarsi.
Non so quale sia la percentuale di verità contenuta nel racconto di Bukowski, so però che la vita di Henry Chinaski non è stata per niente facile: un'educazione tinta di sadismo, impartita dal padre a colpi di coramella; una madre fondamentalmente poco presente; la sensazione di vivere da reietto, sempre ai margini, a contatto con i bassifondi della vita e della società; un'acne deturpante sul corpo e sul viso, sui quali la gente faceva fatica a trattenere lo sguardo; la magica compagnia dei libri ("le sole voci che mi parlavano"); il rifugio alienante nell'alcol ("bere mi liberava dall'ovvio, e forse se si riusciva a liberarsi spesso dell'ovvio non si finiva col diventare ovvi"); i primi, tutt'altro che romantici, contatti con la sessualità.
Devo dire che Bukoswi è un maestro nel depistare il lettore. Infarcendo di frasi, parole, espressioni scurrili e triviali buona parte delle pagine, crea una sorta di insolente cacofonia che potrebbe indurre chiunque ad abbandonare la lettura, o peggio ancora a giudicarlo soltanto uno "sporcaccione" senza speranza.
Io, personalmente, dei suoi tentativi di depistaggio me ne sono infischiata.
E allora, ho visto tratti di genialità, una sensibilità esasperata che lo porta a rinvenire scintille di vita negli occhi del prossimo, la bianchezza spettrale della sua solitudine, la volontà di non trovare un cliché da adattare alla propria esistenza, uno stile quasi perfetto fatto di frasi schiette e serrate, certamente non frutto di meri esercizi di stile, e alla fine, chiamatemi illusa, sono riuscita a sentirlo quell'uccello azzurro che canta nel petto di Bukowski.
"nel mio cuore c’è un uccello azzurro che
vuole uscire
ma io sono troppo furbo, lo lascio uscire
solo di notte qualche volta
quando dormono tutti.
gli dico: lo so che ci sei,
non essere
triste
poi lo rimetto a posto,
ma lui lì dentro un pochino
canta, mica l’ho fatto davvero
morire,
dormiamo insieme
così col nostro
patto segreto
ed è così grazioso da
far piangere
un uomo, ma io non
piango, e
voi?"
(Frammento tratto da "Bluebird", poesia di Charles Bukowski)
Vi lascio, infine, il link ad un cortometraggio di appena due minuti. A parer mio, rende onore all'animo irrimediabilmente insolente, tenero e snervante di quest'uomo tanto discusso e controverso.
http://www.youtube.com/watch?v=jsc3ItAKSLc&feature=youtu.be
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