Dettagli Recensione
"Non sollevare il velo dipinto..."
“Non sollevare il velo dipinto che quelli che vivono chiamano vita” (da una poesia di Shelley).
Leggendo la trama di questo romanzo o conoscendone la versione cinematografica si potrebbe pensare ad una tormentata storia d'amore ricca di colpi di scena.
In realtà di sentimenti autentici non c'è traccia, non solo tra amanti e coniugi ma anche tra familiari, separati paradossalmente da un muro di indifferenza costituito dai ricordi in comune.
Maugham segue la crescita interiore di Kitty, che l'influsso di una madre dispotica e arrampicatrice sociale ha reso frivola al limite della stupidità.
Sposerà un uomo che non ama e partirà col marito alla volta della Cina coloniale, spinta dall'imminente matrimonio della sorella minore, la bruttina di famiglia che riesce dove lei ha fallito: trovare un buon partito.
Kitty dovrà invece accontentarsi di un medico batteriologo che la adora quasi con disperazione, consapevole di non essere ricambiato.
Gli effetti di un rapporto coniugale sbilanciato non si fanno attendere: lui, introverso e taciturno ma sempre amabile nei confronti della moglie, lei, indifferente alla passione di cui è oggetto e più o meno consapevolmente crudele, e l'altro, che incarna alla grande tutti i sogni romantici della donna.
E' interessante notare la variazione dello stile, che sembra adattarsi al mutamento della protagonista: vacuo nei primi capitoli, diventa sempre più profondo, specchio perfetto di uno stato d'animo.
Cosa cerca Kitty? Un punto fermo, una strada da seguire di fronte allo sgretolarsi delle sue certezze:
“Alcuni cercano la Via nell'oppio e altri in Dio, altri nell'alcol e altri nell'amore. Ma è sempre la stessa Via che non conduce in nessun luogo”.
Ai paesaggi fiabeschi della Cina, fra templi, risaie e boschetti di bambù, fa da contrasto l'atmosfera cupa dovuta ad un'epidemia di colera che terrorizza mietendo ogni giorno centinaia di vittime.
E la giovane coppia infelice si ritrova (per ferma e vendicativa volontà di lui) proprio nell'occhio del ciclone.
Qualcuno morirà, qualcun altro sembrerà rifiorire fra difficoltà e tormenti acquisendo nuova consapevolezza, in una sorta di tragicommedia un po' pirandelliana dove ciò che è falso, “il velo dipinto”, finirà in qualche modo per diventare reale.
Lo scrittore non è ai suoi massimi livelli - i concetti a volte si ripetono e scadono nel banale - ma questa storia offre un realistico spaccato di umanità da cui c'è sempre qualcosa da imparare.
Indicazioni utili
Commenti
8 risultati - visualizzati 1 - 8 |
Ordina
|
8 risultati - visualizzati 1 - 8 |