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NEL DOLORE CI METTIAMO A NUDO.
COME POTREI IO NON AMARTI E STIMARTI ?
Questo il mio pensiero rivolto all'autrice ebrea Irene Nemirovsky, a lettura ultimata del suo romanzo non portato a termine, perchè arrestata , deportata e internata in un campo di concentramento.
Doveva essere un libro di mille pagine, scritto prendendo a modello la quinta sinfonia di Beethoven. Dei cinque capitoli previsti ne ha portati a termine solo due, mentre per la parte rimanente si possono intuire i prosegui previsti , solo grazie alla lettura dei suoi accurati appunti, scritti prevedendo la fine ormai imminente.
Lei che condannava la paura e qualsiasi forma di umiliazione, ha sfidato tutto e tutti , decidendo con lungimiranza di lasciarci in eredità questo splendore di romanzo.
Si tratta di un affresco lucido di una Francia abulica, vinta e occupata dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale.
E nelle strade dell'esodo dei francesi in una psicosi di guerra sotto i bombardamenti, incrociamo realtà personali variegate tra le diverse classi sociali.
I francesi che avevano avuto il tempo di filtrare e ripulire il passato dalla sua feccia , dal veleno lasciato dalla prima guerra mondiale e reso in qualche modo assimilabile dall'animo, si ritrovano a vivere nuovamente quello stesso veleno.
Nella prima parte si parla di una famiglia dell'alta borghesia di cui spiccano la figura della madre e di un figlio prete e alcuni borghesi che si pongono in atteggiamento di disgusto nei confronti dei più umili e una coppia di impiegati che tra tutti si evidenziano perchè saranno gli unici che riusciranno a mantenere integra la propria dignità.
Nella seconda parte che io ho particolamente amato si parla di soldati tedeschi che vengono accolti in casa dei francesi; in particolare la storia di Lucile , una donna francese il cui marito è in guerra prigioniero e di un soldato tedesco che alberga da lei, sotto gli occhi vigili e scrutatori della suocera.
In tutto il racconto emerge la lotta del destino dell'individuo e della collettività, il tentativo di uscire dallo "spirito dell'alveare",la consapevolezza di un rancore non rivolto ad una comunità, bensì nei confronti dell'individuo che sa far male e che difficilmente si riesce a perdonare.
Irene Nemirovsky è un'autrice molto provata dalla vita. Sa avere una rara capacità: porre la giusta attenzione ai sentimenti, in modo dettagliato e schietto, anche nei confronti del nemico, secondo la "morale del soldato". Lei sa indagare l'animo umano come pochi scrittori sanno fare: sa cogliere le alleanze tra le classi : i poveri che si cercano nel bisogno e si aiutano vicendevolmente; i ricchi che sodalizzano in vincoli e che , avari, si difendono sempre nella società.
Da questo racconto scaturiscono una serie di riflessioni che dimostrano in modo evidente maturità e capacità di giudizio nei confronti dell'uomo in generale.
E' nelle avversità che l'animo umano , complesso ,molteplice , diviso, misterioso, si rivela in modo definito, perchè non cambia, ma vengono alla luce gli aspetti che solitamente rimangono nell'ombra e chi come l'autrice sapeva con i battiti folli del cuore cosa significassero coraggio, paura, amore, ha saputo osservare gli uomini e le donne in tali situazioni, poteva dire di conoscerli e di conoscere se stessa.
Le persone si mettono a nudo e si trovano cambiate per affrontare le nuove avversità...per vivere o meglio sopravvivere.
E le catastrofi ovvero le scosse della vita passano; resistono coloro che non si sono lasciati sopraffare e hanno resistito, atteso, sperato...lottato.
E quanto mi è cara questa autice che ci parla del mondo, questo povero mondo così bello e così assurdo; un'autrice che ha avuto un animo cosmico nel quale trovavano eco i grandi problemi dell'umanità.
Con dolore ho terminato la lettura di questo sublime libro, pensando che lei, sempre rispettosa anche nei confronti del nemico e dello straniero, proprio ad opera di questi ha trovato la propria triste fine.
SIMPATICO ANEDDOTO: ho letto con tale partecipazione il libro che quando è successo che la signora Pericard, tutta presa tra i bombardamenti a salvare i suoi tre figli, quando dopo un urlo di dolore si è accorta di essersi dimenticata del suocero...ebbene mi sono associata al suo urlo, perchè anche io come lei, me ne ero dimenticata...e sono rimasta da questa affinità.
Buona lettura,
Pia
Indicazioni utili
A chi è interessato ad approfondire la propria conoscenza dell'animo umano.
Commenti
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@Enrico:ti ringrazio tanto. E' un libro che richiede attenzione e pazienza. Sarà interessante confrontarmi con te.
Pia
Amarilli, io credo che si tratti di un libro che richieda un lettore vissuto e che abbia acquisito una buona dose di maturità....non credo che in passato lo avrei saputo apprezzare in modo adeguato.
Pia
Grazie.
Ferruccio
Grazie Ferruccio, Pia.
Buona domenica.
Ferruccio
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