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Uomini e donne
Cassandra sacerdotessa di Apollo, profetessa, dissidente (“Io, la tremenda. Io, che volli la rovina di Troia”), perseguitata (“Io sono stata, di tutti i suoi figli io, come il padre affermò, quella che ha tradito la nostra città e lui”): simbolo dell’autonomia, dell’andare “contro corrente”, strega dell’antichità, drammaticamente destinata a declamare verità alle quali non viene dato credito.
Christa Wolf ripropone il tragico personaggio della veggente troiana in una narrazione che potrebbe costituire il prius temporale dell’Agamennone di Eschilo: “Cassandra” è la retrospettiva della donna che, giunta a Micene come prigioniera di Agamennone, rievoca la sua vita, le sue scelte, la guerra di Troia e il viaggio verso la Grecia. I ricordi seguono il libero flusso delle idee, con continue analessi e prolessi, e si esprimono in un linguaggio cifrato e sincopato: per iniziati.
In questo commento mi soffermerò sulla partigiana prospettiva sessista dalla quale l’autrice guarda il vate più misconosciuto della storia.
GLI UOMINI
Per la Wolf hanno un grosso, genetico, strutturale difetto: sono maschi (“Tutti i maschi sono bambini egocentrici”). Così:
- Achille è “la bestia”.
- Agamennone è “l’imbecille”.
- Calcante un infedele (“Calcante passato ai Greci?”).
- Paride è “il bambino pericoloso”; “debole, fratello, debole. Un vigliacco”.
- il “piccolo Aiace” è uno stupratore.
- Andro, amante di Polissena, è un traditore.
- Ulisse è “un Nessuno che non era capace di fede”.
- Perfino l’eroe omerico Ettore perde la sua aura epica: “Non era l’uomo di cui si fa un eroe”… “Ce l’avevo con Ecuba, che lo aveva viziato impedendogli di crescere, e trovavo giusto e ragionevole che ora lo proteggesse.”
In questo campionario si salva soltanto Enea (“a cui credetti sempre, perché gli dei trascurarono di donargli la capacità di mentire”), l’unico rappresentante - insieme al padre Anchise - “di una possibile forma diversa del maschile”. “Un modo d’essere maschile che non trova forme, non parole, per manifestarsi.” Enea: che non consuma il rapporto carnale con Cassandra nella notte dedicata alla rituale deflorazione delle vergini.
LE DONNE
Possiedono tutt’altro materiale genetico. Di Cassandra abbiamo già parlato in apertura. Inoltre:
- Marpessa è ancella fedele e coraggiosa (“Prendi me”).
- Polissena è da ammirare, pur incarnando la seduzione da sfoderare per catturare i maschi che detengono il potere.
- Perfino Clitennestra, la diabolica uxoricida, è una complice: “Niente in altri tempi avrebbe potuto impedire di chiamarci sorelle, questo lessi sul viso dell’avversaria”; “Ci guardammo, ci capimmo, come solo le donne si capiscono”.
- Elena viene mitizzata e si dematerializza: “Sì, lei non era qui. Il re d’Egitto l’aveva tolta a Paride, quello stupido ragazzo” e rende il conflitto “una guerra condotta per un fantasma”. “In Elena, che avevamo inventato, noi difendevamo tutto ciò che non avevamo più”.
- Infine ci sono i collettivi: le donne della comunità dissidente dello Scamandro, che si radunano da Anchise e coltivano il culto della Grande Madre Cibele; le coraggiose guerriere Amazzoni…
E se non fosse soltanto misantropia? E se non fosse soltanto vetero-femminismo?
Perché la De Filippi a “Uomini e donne” (esiste ancora questa trasmissione trash?), per rimanere fedele al titolo del suo spettacolo, non propone la lettura di questo libro con relativa discussione? Oppure oggigiorno la rappresentazione della dialettica uomo-donna evapora nella patinata contrapposizione tra veline e tronisti?
Bruno Elpis
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"Cassandra" è un testo impegnativo, redatto con uno stile che rispecchia il personaggio: un'invasata che si esprime spesso in modo sibillino.
La distinzione si riflette poi sui tempi di lettura: normalmente leggo un testo di 150 pagine in breve tempo. Cassandra mi ha occupato un'intera settimana, l'ho letta a piccole dosi.
Ovvia poi è la conseguenza: Cassandra - come "Addio a Berlino", "Gita al faro", "Un uomo solo", "Morte di un commesso viaggiatore" e tante altre opere - è uno scritto che si è insediato nel mio animo, destinato a rimanere. Non così, magari, un'opera alla quale ho attribuito punteggio pieno in piacevolezza.
Il "2" vuole anche essere un avvertimento: attenzione, il libro non è fruibile in modo immediato!
Scusa per lo sproloquio. :-)
@ Annamaria: ma in questo modo lanci un'àncora di salvezza anche a me! (Però, a ben pensarci l'àncora non ti affonda?). Grazie per il tuo commento :-)
io ho dato una delle (tante) possibili letture... la domanda (provocatoria) finale è il vero nocciolo della mia lettura. Un libro, a mio sommesso parere, dev'essere fonte di dibattito: un dialogo non urlato, non scandalistico, bensì costruttivo. I soprusi sulle donne sono una tristissima realtà da combattere (notizia di oggi: una dicannovenne è stata ridotta in fin di vita da un compagno violento...). Il tuo intervento mi pone il dubbio di aver sminuito un'opera che affonda le sue radici nella classicità. Tutto volevo, tranne questo. Perché invece non leggi "Cassandra" e ci offri il tuo, sempre personale, punto di vista? :-) Grazie, ciao
Bruno
Almeno questa è la mia idea emersa con la lettura ma mi fa molto piacere aprire una discussione su questo libro. Spero di risentirti presto Bruno!
se ho letto quest'opera - che ho apprezzato, come credo di aver testimoniato nei miei interventi successivi più che nella recensione - è merito della tua segnalazione e del tuo appassionato e profondo commento. E te ne sono grato.
La cultura classica mi ha sempre affascinato. Parimente sono interessato alle interpretazioni che i contemporanei hanno fornito (tipo l'Antigone di Anohuil o la Medea euripidea di Pasolini e della stessa Wolf) ai capolavori della tragedia greca o ai testi dell'antichità: un modo diacronico e dinamico per valutare le evoluzioni culturali, estetiche e sociali dell'umanesimo occidentale.
Ho deciso d'impostare il mio commento in modo un po' provocatorio, ma anch'io sono convinto che quanto tu esprimi sia fondato, soprattutto se rapportato alla personalità e alla biografia dell'autrice. La contrapposizione tra eroe omerico/uomo wolfiano emerge anche dalla mia sommaria elencazione: su tutti, Achille e Ettore, personaggi centrali nell'Iliade...
Ciao, se ti stimola, potremmo darci appuntamento a commentare la Medea della Wolf! :-)
Molto interessante la tua riflessione sulla piacevolezza, che mi son posto allo stesso tuo modo ed ho risolto nel senso opposto (cioè cercando di adattare il metro della piacevolezza alle diverse tipologie di scritti, e dunque dando un 5 ai diversi tipi di piacevolezza).
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Il libro e' esaustivo sul contenuto, piu' che buono lo stile.
Scarsa la piacevolezza perche' il contenuto, di fatto, e' pruriginoso.
Pero' volendo conoscere Cassandra, si puo' fare. Giusto ?