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Il delfino Jonathan Livingstone
Daniel Alexander Dolphin – già protagonista de “Il delfino”, del quale quest’opera rappresenta il sequel - è un delfino anticonformista: si differenzia dagli altri suoi simili perché gioca con le onde della barriera corallina, mantenendo intatto lo spirito giocoso del cucciolo piuttosto che lasciarsi sopraffare dalle preoccupazioni della vita adulta ("I primi raggi del sole mattutino filtravano dolcemente attraverso la ragnatela di nuvole che diradandosi lasciavano intravedere un atollo remoto di incontaminata bellezza, un vero gioiello incastonato nel manto azzurro del mare"). Per questo motivo Daniel viene criticato dagli altri delfini, che lo definiscono “un perdigiorno”. Un giorno Daniel rompe gli indugi e decide di abbandonarsi ai richiami del mare e della libertà (“Arriva un momento nella vita in cui non rimane altro da fare che percorrere la propria strada”): così abbandona le certezze che la laguna garantisce e prende il largo per inseguire il suo sogno (“Se ascoltiamo la saggezza del cuore il tempo infallibile ci farà incontrare il nostro destino”): cavalcare l’onda perfetta.
Nel suo viaggio Daniel scopre cose nuove, incontra creature marine e conosce un animale molto pericoloso: l’uomo. Per scoprire molte verità: “I sogni sono fatti di tanta fatica. Forse, se cerchiamo di prendere delle scorciatoie, perdiamo di vista la ragione per cui abbiamo cominciato a sognare e alla fine scopriamo che il sogno non ci appartiene più”. Per scoprire che “quando stai per rinunciare, quando senti che la vita è stata troppo dura con te, ricordati chi sei. Ricorda il tuo sogno”.
Spesso accostato a “Il gabbiano Jonathan Livingston” di Bach e a “Il piccolo principe” di Antoine De Saint-Exupery, questo racconto condivide molti messaggi delle due opere: primo fra tutti, l’invito a credere nei propri sogni e a non omologarsi.
“Tutti abbiamo i nostri sogni, pensò. L’unica differenza è che alcuni lottano, e non rinunciano a realizzare il proprio destino, a costo di affrontare qualunque rischio, mentre altri si limitano a ignorarli, timorosi di perdere quel poco che hanno. E così non potranno mai riconoscere il vero scopo della vita”.
Bruno Elpis
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Commenti
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Ciao
Tu Elpis mi devi dire quale e' il tuo segreto, come riesci a leggerti 27 Bambaren di fila io non so...
:-D
Domani commento Cassandra di Christa Wolf, così cambiamo completamente registro. Contenta? :-)
Ciao.
Ciao! :-)
Amo chi sa usare linguaggi alternativi...e io in questo ti sento in sintonia...
Un consiglio? Non farti influenzare da nessuno, neppure da me.
Segui il tuo cuore oltre che alla tua mente e troverari letture che ti porteranno verso l'elevazione, verso dimensioni in cui non tutti purtroppo possono approdare...e non sanno ciò che si perdono...mi spiace per loro...
Pia
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Penso che in questo modo si riesca ad esprimere un giudizio più completo sulla produzione intera dell'autore ed è molto proficuo anche per chi legge le recensioni.