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La cerimonia del massaggio
 
La cerimonia del massaggio 2014-01-29 12:56:57 Lea
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Lea Opinione inserita da Lea    29 Gennaio, 2014
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Ma chi era veramente Clive?

“Ma chi era veramente Clive?”

Una commemorazione funebre per Clive, trentacinquenne massaggiatore del mondo dello spettacolo inglese, morto misteriosamente in Sud America.
Il fior fiore del bel mondo, riunito lì per ricordare ognuno a modo suo una persona che li collega tutti per essere stato amante della maggior parte di loro, uomini e donne.
E infine, il maestro delle cerimonie, il prete Jolliffe, anche lui legato a Clive nella maniera meno consona al suo voto da sacerdote, gioviale e credente a modo suo.
Di Clive si sa ben poco e Alan Bennett non ci pensa nemmeno a dire tutto subito, lascia che ci perdiamo in un vortice di starlette della televisione, presentatori e giornalisti, venuti lì più per dire “Guarda chi c’è seduto lì!” che per compiangere le mani d’oro dell’amato Clive.
La scrittura è fresca, sobria e solo apparentemente salottiera, in pieno humor inglese che non risparmia stoccate ai vari personaggi, neppure a padre Jolliffe, forse più protagonista dello stesso massaggiatore: Bennett fa da cronista, ma ad accompagnarci durante la lettura sono le impressioni e i pensieri del prete, che tenta di barcamenarsi tra la religiosità dell’evento e i ricordi ben più intimi che lui, come tutti quanti, condivide sul defunto.
Unico che vorrebbe distinguersi dalla folla è l’arcidiacono Treacher, lì per giudicare l’operato di padre Jolliffe, ma viene irrimediabilmente trascinato dall’autore nel vortice di ironia pungente che agisce impietosa fino al finale, l’ennesima riprova che Bennet non si fa scrupoli a bistrattare un po’ le autorità religiose, trattando tematiche che tuttora fanno storcere il naso, come l’omosessualità e l’AIDS.
Alla fine “tutti i nodi vengono al pettine”, i dettagli più scabrosi degli incontri intimi di Clive con i presenti riemergono, ma il massaggiatore delle celebrità, anche da morto, continua a creare tanti problemi quanta attrazione nei presenti.
Lo consiglio molto, è breve, senza una sbavatura e assolutamente divertente: Bennett è il maestro della risata senza esagerare e imparziale nel maltrattare con un sorriso tutti i suoi personagg

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