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La doppia vita dei coniugi Horn di Anne Lise Marst
Ci troviamo di fronte ad un romanzo di una scrittrice pluripremiata, che a me non è piaciuto affatto. E' come bere una bibita allungata con acqua: troppe parole, ne sarebbero bastate la metà! Sicuramente la storia ha un suo perchè ed è ben argomentata (fin troppo). L'autrice parla della storia dei protagonisti utilizzando la tecnica dei flashback, per scoprire il loro incontro e la lor vita prima che l'influenza delle correnti hippy e dell'amore libero senza legami, nè costrizioni, li investisse. Eric, il marito, facendosi influenzare dall'amico Sufi, cerca di convincere la moglie - più tradizionalista- ad aprirsi all'"amore libero". Lei, per amore di lui e della loro famiglia, si fa convincere a seguirlo nelle sue "stravaganze", ma non riesce a reggere. Per lei è una cosa troppo forte, lui le sta chiedendo l'impossibile e la situazione per Alice diventa insostenibile.
Sicuramente è un libro scritto molto bene, ma non mi ha lasciato quasi nulla, se non la rabbia verso questo squallido egoista, che mette sempre al primo posto se stesso e le sue esigenze fisiche e idealistiche di libertà. A causa di questo suo atteggiamento infantile, chi ne fa le spese è la sua famiglia: prima la moglie e poi a seguire tutti i suoi figli, che pian piano vanno allo sbando.
In questo libro si parla del dolore che provoca una scelta particolare, fuori dagli schemi, in una famiglia "normale" e "morale", dove i figli non vengono più protetti dai genitori e non riescono da soli ad evitare le esperienze troppo forti a cui la vita li sottopone. Eric pretende di poter avere tutto, senza compromessi: libertà, famiglia e avventura, ma come possiamo vedere non è possibile. La vita, purtroppo, è fatta di compromessi, soprattutto se a farne le spese sarebbero i nostri figli.
Alice - la moglie- al contrario ricorda con nostalgia la vita dei propri genitori: più modesta, ma "tranquilla e protetta", in lotta solo per la sopravivenza economica. Lei ed il marito hanno la fortuna di vivere una vita più agiata, in un bel quartiere, con un bel lavoro, ma a che prezzo? Siamo sicuri che ne valga veramente la pena? Sicuramente è un libro da leggere, per riflettere, ma preparatevi ad una solfa infinita.
Alcune frasi che mi sono piaciute o che aiutano a capire il pensiero dei protagonisti:
" Pulisci gli occhiali, smettila di vedere solo fino alla punta del naso";
"... al di sotto delle parole in ogni litigio si scontrano furiose correnti silenziose, una violenta battaglia di volontà che si combatte sempre secondo gli stessi schemi e si nutre delle stesse grida mute e solitarie";
"Alla fine, pensava Eric, l'animo umano non è che un mosaico che può continuamente essere scomposto e riassemblato in modo sempre un pò diverso. Non avrebbe amato altri che lei, diceva. Si trattava soltanto di corpo e libertà, della possiblità dei pensieri e dell'animo di espandersi all'infinito";
"Il silenzio era la sommessa musica di sottofondo di tutte le conversazioni che si instauravano negli intervalli e arrivava a ingombrare più delle parole";
"Amare senza possedere, essere liberi e senza legami. Era questo che lui voleva, che cercava di realizzare";
"Ho la sensazione di scomparire se la relazione diventa troppo stretta, perdo la coscienza di quello che sono io";
"Quella sessuale è un'energia che scorre libera solo in pochi"
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Commenti
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Quello che mi piace in particolare è l'incipit ineccepibile (scusa la cacofonia): nella tua prima frase c'è tutto.
Infine anche a me sembra interessante l'idea di partenza... peccato che, come dici, non risulta valorizzata come forse meritava.
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