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Zitti! Lasciamo parlare la natura…
Antonio ha vissuto per sette anni su un’isola del Pacifico che è un paradiso: per gli animali che la popolano (uccelli, leoni marini e delfini), per i paesaggi (valorizzati dai tramonti, polverizzati nelle sabbie dorate, movimentati dal vento, dalle onde e dalle correnti marine), per la colonna sonora principalmente intessuta di… silenzio. Queste premesse sono importanti, perché se è vero che le esperienze infantili sono fondamentali, allora ecco spiegato come si forma la personalità di Antonio.
Quando giunge il momento di affrontare la città e la cosiddetta civiltà, il bambino è spiazzato: non soltanto perché la città è “isola del cemento”, ma anche perché lì si annidano convenzioni, preconcetti e tutte le manifestazioni deteriori dell’uomo. Nonostante il duro scontro con la realtà, Antonio riesce a individuare la sua via, senza rinnegare passato e abilità personali, senza soggiacere allo stereotipo del successo a ogni costo. Per continuare ad alimentare un sogno (“I sogni sono come piume: se nella vita ne raccogli abbastanza, un giorno spiccherai il volo alla volta dei tuoi sogni, verso il tuo destino. Raccogli una piuma ogni volta che la vedi, perché è scesa dal cielo, la meta a cui si deve anelare”): quello di ricongiungersi all’armonia della natura.
Il romanzo contiene verità semplici ed elementari, raccontate con stile essenziale, immediato, naïf: verità non per questo scontate e anche per questo affascinanti.
Il silenzio non è assenza di suoni, ma altruistica posizione d’ascolto finalizzata a cogliere l’armonia del cosmo (“Tempo fa, mi venne detto che il silenzio non ha suoni; niente da spiegare, è solo silenzio. Eppure durante gli anni, nella solitudine delle mie isole, ho imparato che il silenzio ha una sua essenza, e che, se chiudi gli occhi e lasci fluire te stesso nel divenire dell’universo, ha suono e ritmo propri”). Il silenzio è una partitura (“Il silenzio è una musica eseguita dalla natura, non dagli esseri umani”) tanto sorprendente (“Ho imparato anche che nel vero silenzio sei in grado di trovare le risposte che l’universo ha in serbo per te, se soltanto dimostrerai la volontà di sottrarti alla ‘pazza folla’), quanto preziosa (“Il silenzio come quello che stai vivendo ora è difficile da trovare, e ancor più difficile da capire”). Il segreto per penetrare l’euritmia del mondo è vivere a contatto con la natura (“Ho scoperto tesori sul mio angolo d'isola. Li porterò con me tutta la vita, ma non li sottrarrò mai a quel luogo, perché sono sulla terra a cui appartengono...”), senza ansie di possesso (“Stupisciti della luna piena, ma non cercare di portartela con te: il suo posto è in cielo. Riscaldati al sole, ma non dimenticare che non ti appartiene: appartiene a tutte le creature, grandi e piccole. Sogna pure con le stelle, ma lasciale brillare di notte nell'alto del cielo: quello è il loro posto. Non cercare di fermare il vento o di ripararti da esso. Sussurrerà alla tua anima la verità”), in posizione d’ascolto (“Spalanca porte e finestre quando le scorgerai nella tua vita, così potrai tenerti sempre la tua voglia di vivere”) e di rispetto per se stessi (“Ma più di tutto fidati di chi sei: sii sempre sincero con te stesso. Vivere la vita di qualcun altro ti condannerà ad uccidere una parte di te”).
E allora, con una nuova consapevolezza che deriva da semplici ed evidenti riflessioni, forse anche noi potremo sintonizzarci sulle onde musicali percepibili lontano dai rumori artificiali della città e dal frastuono del consumismo. Che si sia in riva al mare, sotto a un cielo stellato, in un bosco ove il vento suona le fronde, sull’orlo di un precipizio o di un dirupo…
Bruno Elpis
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I libri di Bambaren sono tutti così (sono stati anche accusati di smaccatamente ispirarsi al Piccolo principe e al Gabbiano Johnatan Livingstone): io ne apprezzo il respiro ecologista e naturalista...
Spero di averti dato qualche indicazione utile.
Ciao :-)
Conosco Bambaren solamente attraverso le recensioni, chissà che non decida di iniziare proprio da questo :-)
Poi ho letto Bambaren e mi e' crollato il gabbiano :-)
Non mi piace come scrive, per me e' TROPPO luogo comune. Peccato.
Mi faccio bastare il bel commento, ciao Bruno.
Posso capire quello che scrivi, molti la pensano così su questo autore.
Scelgo i suoi libri in base alle fasi della mia vita e ne trovo sempre uno adatto al momento.
Valentina
Ciao!
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ti chiedo una cosa Bruno: leggendo alcune frasi del testo che tu riporti, mi giunge una sensazione di stereotipato e luogo abbastanza comune. Sto mal interpretando? Magari l'autore parte da questi spunti per rielaborarli?