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“Perché sono tutti così gentili con me?”
“Il processo di rinascita dopo una sbornia terribile era di una bellezza paradisiaca. Non c'è niente di più bello che superare il picco del malessere”.
Hanno spesso un senso nascosto ed ambiguo le frasi di questo romanzo, “fantasia dolorosa” che la Yoshimoto ha messo nero su bianco prendendo spunto dal film “Trauma” dell'amico Dario Argento.
Lo stile è un po' adolescenziale, forse perché voce narrante è Yumiko, ragazza dall'infanzia irrisolta che conduce un'esistenza stramba e appartata.
Commercio e affari, magia e stregoneria si intrecciano in una storia che possiede una certa grazia naïf, permeata di dolcezza e gioia di vivere:
“Guardando il cielo, si ha la sensazione che il semplice fatto di esistere sia felicità pura”.
Rimasta sola al mondo dopo la tragica morte dei genitori (un caso di omicidio-suicidio durante una seduta spiritica), Yumiko si libererà con l'aiuto del cugino Shoichi, vecchio compagno di giochi, di quel “grumo di fango” che le impedisce di ricordare episodi dolorosi della sua vita. Una vita dai molti punti oscuri, dove qualcosa decisamente non quadra.
Proprio per questo colpisce l'indole positiva della giovane donna, la sua purezza interiore, e quasi impietosisce il suo continuo e immotivato bisogno di chiedere scusa.
La realtà è che Yumiko è sola di una solitudine profonda, e ne acquisterà consapevolezza dopo aver reso Shoichi partecipe dei suoi pensieri, condividendo con lui le piccole gioie della quotidianità.
A quel punto si sentirà sollevata, amata, capita:
“...osservavo con serenità, nella luce del mattino, il processo con cui le cose semplici ritornano a essere semplici”.
Non mancano nella narrazione ripetizioni e frasi superflue, ma bisogna riconoscere alla scrittrice l'abilità di usare parole che solo dopo la clamorosa rivelazione finale acquisteranno il loro reale significato.
“Perché sono tutti così gentili con me?”, si chiede Yumiko nel corso del viaggio che intraprenderà sulle tracce del suo passato.
Lo scoprirà con doloroso stupore, nostalgia e gratitudine, accettando la sua sorte senza rimpianti:
“Probabilmente amare qualcuno significa questo. Poter pensare all'altro escludendo se stessi”.
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Commenti
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Invece perche' non ti leggi DOPO IL BANCHETTO di Mishima ? Io ti ci vedo con quel titolo.
@CUB mi fido della tua rece e metto in lista, ma devi prestarmi il kimono ;-))
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