Dettagli Recensione

 
Una stanza piena di sogni
 
Una stanza piena di sogni 2014-01-20 17:45:51 LadyA
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
LadyA Opinione inserita da LadyA    20 Gennaio, 2014
Top 500 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Una stanza piena di sogni, piena di noi

Una stanza piena di sogni è un titolo che s’intona perfettamente con l’immagine di copertina dove una giovane donna, con lo sguardo sognante, guarda chi la sta osservando. Attorno file intere di libri e davanti a lei una grande finestra. La finestra sul mondo, la finestra sul sogno. Colorata con tinte tenui e delicate, l’azzurro prevale fino a scontrarsi drasticamente con il pavimento scuro su cui poggiano i piedi di quella silenziosa ragazzina che non smette di guardare chi la sta osservando. Il suo nome? Josie Moraine, diciassettenne che vive in un quartiere degradato di New Orleans, negli anni ’50, anni di degradazione, corruzione e criminalità.

L’ambientazione fornita fin nei minimi particolari dall’autrice ci regala l’affresco di una città piena di contraddizioni, divisa drasticamente in quartieri ricchi, operai e nel quartiere dove vive la protagonista chiamato Quartiere Francese. La storia è popolata di personaggi perfettamente orchestrati intorno a Josie, che su di loro si staglia come l’immagine di una giovane donna forte e determinata, ma non per questo meno sognante. Josie lavora in una libreria e fa le pulizie nel bordello dove la madre fa la prostituta. Da lei non ha mai ricevuto un gesto d’affetto ma soltanto cattiverie e inganni, perché la donna che l’ha messa al mondo non prova nessun istinto materno per la sua creatura. E’ un personaggio negativo a tutti gli effetti persino più di Willie, la vecchia maitresse del bordello, che pur essendo una donna dura e fredda dimostra più di una volta il suo senso protettivo verso Josie. La ragazza vive da sola in un stanza sopra la libreria, quello è il suo rifugio segreto, il mondo pieno di storie e di libri che allenta la solitudine e il dolore delle sue giornate. Ed è così che tra una pagina di Dickens e una di Fitzgerald cerca di dimenticare la sofferenza di non sapere chi sia il padre e di sentirsi costantemente abbandonata. Sogna una vita diversa, di poter andare all’università e dimostrare a se stessa di non essere come la madre.

Altri personaggi si muovono dolcemente intorno a Josie, come Patrick, il ragazzo che lavora con lei in libreria, oppure Jesse il fioraio che segretamente è innamorato di lei. Sembra che tutti quelli che la conoscono siano pronti a proteggerla e a volerle bene tranne la madre. Questa consapevolezza innesca nel suo animo la voglia di scappare e di trovare il padre mai conosciuto. Un sogno che sembra realizzarsi quando appare Hearne, un uomo sensibile ed affascinante, amante come lei della poesia di Keats e capace di preoccuparsi della sua salute e della sua vita. Josie sogna che lui possa essere il suo vero padre ma questa fantasia viene presto interrotta dalla morte misteriosa dell’uomo di cui viene accusata proprio la madre. Un colpo duro e terribile per la sopravvivenza di quella stanza piena di sogni le cui pareti adesso tremano incessantemente di morte e paura.

Pubblicato da Garzanti nel 2013, Una stanza piena di sogni di Ruta Sepetys è un libro intenso e commovente. E’ facile amare fin da subito Josie, com’è altrettanto facile lasciarsi coinvolgere da un racconto pieno di umanità e di realismo, di sentimenti veri e sofferti. L’impianto narrativo lo rende un romanzo di formazione che ricorda quelli di Dickens, autore che viene spesso citato. Molti sono i temi trattati, dall’omosessualità al razzismo, dalla criminalità alla degradazione, tutti abilmente resi tanto da indurre riflessioni lunghe e profonde. Una stanza piena di sogni è un romanzo che omaggia i libri, quelli veri, quelli che insegnano a vivere e a costruirsi una vita migliore. La stanza di Josie non è solo un rifugio, non è un mondo in cui rinchiudersi per sempre, ma è un punto d’appoggio da cui trarre forza e voglia di vivere. Non è un punto di arrivo o di stasi, ma è una stazione di partenza per costruire anche ciò che ancora non esiste. Tutto è raccontato in modo delicato anche se parla di una realtà che sporca, in cui ci si ferisce e in cui bisogna necessariamente guarire per andare avanti. Per questo non è una fiaba, ma può essere un piccolo grande sogno, perché i sogni si realizzano, basta che ci sia una stanza in cui tenerli al sicuro, proteggendoli senza dimenticarli. Ma

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
90
Segnala questa recensione ad un moderatore

Commenti

Per inserire la tua opinione devi essere registrato.

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Volver. Ritorno per il commissario Ricciardi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Intermezzo
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il mio assassino
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
La vita a volte capita
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il dio dei boschi
Valutazione Utenti
 
4.0 (2)
Il sistema Vivacchia
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Il passato è un morto senza cadavere
Valutazione Utenti
 
4.3 (2)
La mano dell'orologiaio
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)
L'ora blu
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Malempin
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Morte in Alabama
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
La città e le sue mura incerte
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

La compagnia degli enigmisti
Il mio assassino
Demon Copperhead
La stagione degli amori
Il dio dei boschi
La città e le sue mura incerte
Per sempre
La terra d'ombra
In questo piccolo mondo
Lo spirito bambino
Sirene
Giorno di vacanza
Génie la matta
Mattino e sera
Eden
L'anno che bruciammo i fantasmi