Dettagli Recensione
Scacco matto
In questo libro incredibile Tevis fa il miracolo di tenere con gli occhi incollati alla scacchiera anche chi non capisce niente del gioco. Il libro è avvincente e anche la storia personale della scacchista è molto, molto interessante. Però in questo libro il personaggio va letto attraverso le partite, i patemi del gioco, il modo in cui si guarda o non si guarda in faccia l'avversario. Certamente per scrivere una cosa del genere Tevis deve amare moltissimo il gioco. Mossa dopo mossa seguiamo la protagonista Elizabeth dall'orfanotrofio dove il custode le insegna i rudimenti del gioco, alla adozione non proprio felice (visto che il padre adottivo abbandona quasi subito la famiglia), alle relazioni sentimentali.
Tutti i rapporti umani di Beth sono mediati dagli scacchi. E' come se mettesse uno schermo tra sè e la vita vera. Sono abbozzati, informi, poveri di parole. Tutte le cose non dette passano attraverso una scacchiera. E naturalmente, attraverso questa vediamo anche la paura del mondo, la paura di perdere, la necessità di dover dimostrare agli altri di esistere e di valere qualcosa. Vediamo che questo personaggio cerebrale, lunare, simile all'intelligentissimo extraterrestre dell'uomo che cadde sulla terra è una creatura fragile, cui la scacchiera prigione-schermo-palestra non basta, e che deve aiutarsi a vivere con i soliti cocktail chimici: alcool e ansiolitici, che l'autore conosce fin troppo bene.
Indicazioni utili
Commenti
3 risultati - visualizzati 1 - 3 |
Ordina
|
3 risultati - visualizzati 1 - 3 |
Pia