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Tropico del Cancro
 
Tropico del Cancro 2014-01-11 04:57:54 Bruno Elpis
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    11 Gennaio, 2014
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CINQUANTA SFUMATURE DI MILLER…

Il libro scandalo di Arthur Miller, pubblicato nel 1934, è un’autobiografia che coglie l’intemperante autore nella sua stagione parigina (“È l’autunno del mio secondo anno a Parigi”), dedito a una vita trascorsa sopra le righe tra sfrenatezze ed eccessi sessuali e alcolici. Una versione riveduta e corretta dell’ottocentesco stile bohémien (“Non ho soldi, né risorse, né speranza. Sono l’uomo più felice del mondo”), a concretizzare una poetica (“Una sola cosa mi interessa, ora, e ha per me un’importanza vitale: registrare tutto quello che nei libri è omesso”) che vorrebbe essere innovativa per il XX secolo (“Il secolo vuole violenza, ma abbiamo soltanto esplosioni mancate”) nelle ansie di un decennio proteso tra crisi economica ed esplosione del secondo conflitto mondiale.

… E CINQUANTA SFUMATURE DI PARIGI

Non soltanto sullo sfondo, Parigi invade l’artista con i suoi monumenti (“Alberi scarni, nudi, matematicamente fissi nei loro graticci di ferro; la tetraggine degli Invalides che scaturisce dalla cupola e inonda le strade buie adiacenti alla piazza”), con i templi della mondanità (“Vedo la platea vuota delle Folies Bergère e in ogni crepa ci sono scarafaggi, pidocchi e cimici; vedo gente che si gratta frenetica…”), con lo spirito di pittori (“A sera, di tanto in tanto, sfiorando i muri del cimitero, inciampo nelle fantomatiche odalische di Matisse legate agli alberi…”) e poeti (“A pochi palmi, ma distante incalcolabili ere temporali, giace lo spettro prono di Baudelaire, avvolto in bende come una mummia…”): una realtà metropolitana pervasiva (“Ci vorrebbe una vita a esplorarla di nuovo. Questa Parigi, di cui io solo avevo la chiave, non si presta a un giro, nemmeno con le migliori intenzioni; è una Parigi che bisogna vivere, che bisogna provare giorno per giorno in mille diverse forme di tortura, una Parigi che ti cresce dentro come un cancro, e cresce e cresce finché non ti ha divorato”) che viene descritta come incubo (“A ogni stazione della metropolitana ci son teschi ghignanti… Ovunque siano muri, là sono lucidi tossici granchi che annunziano l’avvicinarsi del cancro. Dovunque tu vada, qualunque cosa tu tocchi, è cancro e sifilide. Sta scritto in cielo: fiammeggia e danza come un malaugurio. Ha roso le anime nostre e noi non siamo altro che una cosa morta, come la luna”) in analogia a quanto avviene in molta arte figurativa dell’epoca.

Il romanzo è un capolavoro creativo nell’espressione della concezione artistica (“Fino a oggi… ho avuto idea di abbandonare la base aurea in letteratura, La mia idea, in breve, è di offrire una resurrezione dei sentimenti, di raffigurare la condotta di un essere umano nella stratosfera delle idee, cioè in un accesso di delirio”) e in alcune intuizioni estetiche, come ben illustrato da un prefatore d’eccezione: George Orwell che scrive l’introduzione all’opera intitolandola “Nel ventre della balena”.
L’opera mi ha respinto per le concezioni maschiliste (“L’importante è non prendere lo scolo”), materialiste (“Ci son da qualche parte i quindici franchi di cui a nessuno importa un accidente e che nessuno alla fine avrà, ma i quindici franchi son come la causa prima delle cose…”) e nichiliste (“Tutto questo mistero del sesso, e poi ti accorgi che è nulla, un vuoto e basta”) di un sesso praticato senza trasporto sentimentale (“Né lui né io abbiamo un briciolo di passione”) tra i postriboli e sotto l’incubo del mal francese.

Bruno Elpis

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
...il libretto de "La bohème" o il romanzo di Henri Murger "Scènes de la vie de bohème"
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Commenti

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Ciao Bruno, molto interessante la tua recensione. Ho letto tutti e due i Tropici tanti anni fa e non mi erano piaciuti Forse ero troppo giovane e non li ho apprezzati come ho capito da quello che hai scritto Ci farò un pensiero di rilettura ;)
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Pia Sgarbossa
11 Gennaio, 2014
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Da come lo presenti Bruno, questo libro va ben oltre le cinquanta sfumature...offre mooolto di piu!!!
Pia
Molto interessante la tua presentazione
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Ginseng666
11 Gennaio, 2014
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Secondo me Cinquanta sfumature è migliore di Tropico del Cancro, almeno non ci sono tutte quelle parolacce...e tutti deliri schizofrenici sugli amplessi sessuali...molto discutibili...
però ognuno è padrone di pensarla come vuole e anche di scrivere ciò che vuole.
ciao, cordiali saluti
Ginseng666
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Ginseng666
11 Gennaio, 2014
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Pia io ti sconsiglio vivamente di leggere questo libro, che secondo me non digeriresti anche a causa della tua delicata moralità....
Se ha dato noia a me...figurati l'effetto che avrebbe su di te...
E' un consiglio da amica, quello che ti dò...
cari saluti.
Gin
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Bruno Elpis
11 Gennaio, 2014
Ultimo aggiornamento:
11 Gennaio, 2014
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La parte finale del mio commento, quella che contiene il mio giudizio, credo sia molto chiara sugli aspetti che mi sono piaciuti di questo libro e su quelli che mi hanno respinto.
Purtroppo mi sono accorto di aver flaggato soltanto il sì di lettura consigliata, ho provato a modificare il consiglio di lettura flaggando anche il no, ma la modifica non viene recepita...
Generalmente, in casi come questo (un romanzo controverso, nel quale io ho apprezzato taluni elementi, ma che può disturbare la sensibilità dei lettori) - potete vederlo in alcuni precedenti commenti - indico "sì-no"...
Se il mio giudizio non è apparso chiaro, perché in esso mi sono soffermato sugli aspetti più letterari (quelli che purtroppo spesso catturano la mia attenzione) dell'opera, confermo quanto dice Gin: il testo pullula di situazioni scabrose, espresse con parole volgari. :-)
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Ginseng666
11 Gennaio, 2014
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Tendo a precisare, carissimo Bruno...che non intendevo criticare te...affatto..
Ma solo il libro in questione...
Purtroppo io sono una persona educata e certe cose mi disturbano...
Avrei la curiosità di sapere cosa contiene il tropico del Capricorno, ma non sarà uguale all'altro?
Non vorrei cimentarmi un'altra volta in una lettura indecente..
In risposta ad un precedente commento
Bruno Elpis
11 Gennaio, 2014
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Gin, stai tranquilla, ho ben capito lo spirito del tuo intervento ed è stato utilissimo a chiarire, spero, risvolti che il mio commento ha lasciato in ombra (nonostante con il titolo ironico di "cinquanta sfumature" intendevo proprio lanciare un avvertimento sulle scene di sesso, certamente neanche lontanamente paragonabili - per genere e modalità descrittive - alle ormai 150 sfumature della James).
Per quanto mi riguarda, chi ha letto i miei romanzi o racconti sa benissimo che non utilizzo mai parole o situazioni grevi...
"Il tropico del capricorno" l'ho soltanto iniziato, poi ho preferito abbandonare la lettura (la riprenderò più avanti, chissà), perché io stesso - dopo "Il tropico del cancro" - volevo cambiare registro e devo confermare che la lettura di queste opere non è certamente né ludica, né ricreativa... :-)
Interssantissima recensione, a mio parere infatti la letteratura che nasce dalla sofferenza, dalle crude passioni e da punti di vista estremisti (anche se talvolta assurdi e ingiusti) ha molta più forza, profondità e fascino rispetto a quella che si attiene troppo alle regole. Probabilmente dunque dove a te non è piaciuto a me piacerebbe e vuoi per quello, vuoi per l'atmosfera parigina, mi è venuta una gran voglia di leggerlo. Recensione utilissima, quindi, forse x me utile al contrario, ma sempre utile! :-)
In risposta ad un precedente commento
Pia Sgarbossa
11 Gennaio, 2014
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Grazie Gin per il consiglio...
Pia
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