Dettagli Recensione
La famiglia...croce e delizia...
Quando ci si sente davvero genitori?
Forse quando lo si è già diventati e ci si accorge che i propri piccoli necessitano di tutta l’attenzione e l’amore di cui si è capaci, sempre e in ogni caso … Proprio come è successo a Lillian, madre di Olivia (3 anni) e di Philip (neonato) che, pur dovendo affrontare una grande delusione, non può smettere di donarsi ai suoi figli…
Forse già quando si attende l’arrivo di una nuova vita e la gioia immensa di questo evento può essere accompagnata da alcune preoccupazioni… Stephen e Jane, infatti, vivono gli ultimi tre mesi di attesa con un po’ di timore sia a causa di una complicazione nella gravidanza sia per il pensiero dell’organizzazione della loro futura quotidianità che sarà certamente scombussolata dall’arrivo del loro primogenito…
O,forse, addirittura precedentemente… quando nella mente dei giovani adulti inizia a farsi strada, in modo piuttosto prepotente, l’idea di creare una famiglia. In Rachel, ventinove anni, questo desiderio c’è , ne è consapevole ma , purtroppo, le circostanze non sono favorevoli ad una concretizzazione nell’immediato …
Per quanto tempo ci si sente genitori?
Per sempre, sembrano dirci Ginny e William. Essi, infatti, non solo sono sempre pronti ad accogliere i figli ormai cresciuti (Lillian, Stephen e Rachel) nella loro casa, ma percepiscono chiaramente il dovere di essergli accanto nei momenti di difficoltà. Ancora una volta, quindi,sono disposti a svolgere il ruolo di accompagnatori, sostenitori e incitatori della loro prole.
Di una cosa sono sicura: figli lo si è da sempre e non si smette mai di esserlo!
Ho apprezzato il modo in cui Meg Mitchell Moore in “Mirtilli a colazione”, analizza il valore della famiglia attraverso le storie di personaggi differenti, ognuno dei quali regala a noi lettori il proprio punto di vista, che in me è diventato un particolare e prezioso spunto di riflessione . L’autrice ci presenta la vita familiare come un lavoro a tempo pieno, che comporta l’assunzione di molte e grandi responsabilità. Spesso, queste presuppongono la nostra trasformazione in esseri un po’ più altruisti e ciò, si sa, è un compito gravoso . Eppure, allo stesso tempo, proprio tale richiesta offre a noi una magnifica opportunità: quella di trovare nei nostri legami affettivi una fonte di appagamento e di pura, semplice gioia. Un titolo che suggerisco a chi crede, come me, che una vita movimentata dalla presenza di coniuge , figli e parenti, con tutti gli impegni, doveri, i rischi che seguono può essere una sfida allettante, assolutamente da vivere e, perché no, da godere.
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Ti auguro tutto il bene.
Pia
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Ho pensato tanto a questa situazione davvero triste...e ancor più si è rafforzata in me l'idea che bisogna essere educati ad essere genitori...che la maturità sessuale deve andare di pari passo a quella affettiva, emozionale e globale della persona.
I giovani che diventano genitori devono essere preparati a questa grandissima responsabilità che, se vissuta con piena consapevolezza, diventa la gioia più grande che un essere umano possa vivere.
Almeno per me, è stato e continua ad essere così!
Pia