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Ti chiamerò Rondine
Strapparsi il cuore per non soffrire più.
E' quello che fa senza difficoltà dopo una delusione d'amore il protagonista di questa storia noir, romantica e surreale:
“Mi bastò individuare l'interruttore interno e spostarlo verso l'universo del né-caldo-né-freddo”.
La Nothomb osserva pensieri e azioni di un trentenne che decide di sottrarsi al dolore annullando in sé ogni sensazione, e lo fa con uno stile dai connotati maschili, muovendosi a proprio agio nel corpo, nel cuore e nella mente di un uomo, in una parabola ascendente che va dall'apatia alla passione, passando per la perversione.
Assistiamo così alla metamorfosi di un innocuo pony express in uno spietato killer su commissione, che poche cose riescono ormai a scuotere dall'indifferenza.
Una di queste è uccidere, l'altra ascoltare alcuni brani di “Amnesiac”, l'album dei Radiohead:
“Quella musica e il mio nuovo mestiere avevano in comune una radicale assenza di nostalgia”.
E' un abile tiratore, non sbaglia un colpo, guadagna bene e finalmente “sente” di nuovo qualcosa. Incredibile la scarica di adrenalina che gli procura far saltare il cervello a qualcuno, è un'ebbrezza legata strettamente all'erotismo.
Ma non chiamatelo serial killer, è troppo volgare: ha semplicemente bisogno del suo omicidio quotidiano per sentirsi vivo. Se uccidere è potere, uccidere senza provare senso di colpa è onnipotenza.
L'ordine di far fuori un ministro e la sua famiglia sconvolge un bel giorno questa sanguinaria routine: inaspettato, arriva lo sguardo impavido della figlia diciottenne del ministro, che precede il killer uccidendo lei stessa il padre, colpevole di aver letto il suo diario.
E' una scena tragicomica, ed è una deflagrazione più potente di un colpo di rivoltella: ecco la donna che sognava! Peccato che lo capisca solo dopo averla a sua volta uccisa.
Non ha esitato un attimo a premere il grilletto contro la ragazza, eppure si fa mille scrupoli prima di aprire il suo diario, arrovellandosi nella curiosità:
“Perché pensavo a lei?”.
Lo legge, alla fine, e le sue pagine ermetiche gli provocheranno sensazioni acutissime, togliendogli il piacere di uccidere.
La chiamerà Rondine, come la rondine entrata al mattino nella sua stanza e morta di paura:
“... vorrei stringerti al cuore, io che ti ho freddamente distrutto, vorrei riscaldarti, io che brucio dal desiderio di sapere chi eri, chi sei”.
La svolta romantica sa di follia e di verità, è un delirio amoroso autentico e fuori dall'ordinario, venato di un'ironia un po' macabra.
Cercherà di riscattarsi difendendo con un estremo gesto di possesso i segreti dell'uccellino-fanciulla, senza neppure averli capiti: “Ho la certezza assoluta di vivere con Rondine”.
E' una storia d'amore?
Lui ne è convinto, come del fatto che non c'è futuro fra loro: per questo non finirà mai.
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Per spiegarmi meglio, Cristina: è vero, mi hai fatto cogliere la dimensione maschile e surreale di questa autrice che spero continui a sorprenderci e non si fossilizzi nelle forme rigide della narrazione e nelle gabbie dei precedenti. :-)