Dettagli Recensione
quasi genere pulp...
Dopo mesi di attesa, con il solo intermezzo de Il principe della nebbia (piacevole, in versione originale sapgnola, se non sbaglio, contenuto in una trilogia non disponibile in italiano), mi sono ritrovata a leggere, neanche fosse uno dei geni della letteratura russa, questo libro di una mole spropositata, che a tratti fa quasi sorridere per il suo estremo (o ridicolo?) tentativo di creare atmosfere gotiche o suspance.
La storia e` confusa, incoerente nei collegamenti con L`ombra del vento.
I personaggi o sono poco sviluppati o banali (eccezione per Isabella).
La scrittura (pero qui non so quanto incida la penosa traduzione italiana) e` ridondante, con interminabili descrizioni e sequele di aggettivi che, dopo le prime cento pagine, si e` portati automaticamente a saltare.
In alcuni punti poi la sequenza di azioni e` serrata e totalmente priva di logica alcuna, quasi da generare ilarita`per il suo essere la caricatura di un mediocre giallo introspettivo.
Banali anche i tentativi di moralismi o esibizioni culturali negli impiciti messaggi sulla vita e la religione.
Insomma, da leggere se si e` veramente appassionati di lettura, possibilmente cercando di non distrarsi per la noia mortale delle prime quattrocento pagine, altrimenti vi ritroverete alla fine con dubbi tipo: ma come era morto il figlio di Marlasca etc.
Interessanti solo le ultime 150 pagine circa, forse e` il caso di leggerlo due volte per non avere l`impressione che Zafon si sia lasciato un po prendere la mano dalla storia e l`abitudine di liberare la vena creativa e scrivere senza controllo fino allo stremo delle forze sia piu` sua che di David...
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