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L'ospite
 
L'ospite 2013-12-20 12:45:05 LolloP
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LolloP Opinione inserita da LolloP    20 Dicembre, 2013
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Una casa ed i suoi inquilini...

Una ampia dimora gentilizia, Hundreds Hall, che riposa sperduta nelle remote campagne inglesi.
Una famiglia, gli Ayres, che vi abita da generazioni e oramai ridotta a vivere solo dei vaghi ricordi dei fasti passati.
Un medico la cui storia si intreccia con la villa e i suoi inquietanti abitanti.
Queste poche frasi sintetizzano questo romanzo dai tratti gotici, che ammicca all'horror dell'autrice britannica Sarah Waters.
Il racconto si avvia, con ritmo lento, dai ricordi che fanciulleschi del medico Faraday. Egli, dopo aver visitato la grande villa da bambino, vi ritorna dopo anni per curare l'unica domestica della famiglia Ayres, grande famiglia inglese ridotta alla miseria dalle due guerre mondiali, e si trova così a confrontarsi con gli immensi spazi in rovina della storica dimora.
A poco a poco il lettore si troverà a seguire il rapporto prima professionale e poi sempre più intimo che si sviluppa tra Faraday e gli Ayres, ma sull'uno e gli altri incombe minacciosa l'imponente e sempre presente villa.
I corridoi di questa, le sue innumerevoli stanze, testimoni di un lusso ormai perduto, e i suoi oggetti dimenticati, finiscono per spostarsi dallo sfondo al primissimo piano, fino a divenire i reali protagonisti della vicenda e fino a segnare in modo inquietante e grottesco le sorti dei suoi abitanti.
La " casa maledetta" è da sempre un tema ricorrente e di grande suggestione, certamente uno dei capisaldi della letteratura gotica a cui la Waters si è chiaramente ispirata. Sono numerosi i riferimenti più o meno espliciti alla " Casa degli Usher", angoscioso racconto del primo, grandissimo, autore del genere, Edgar Allan Poe.
La bravura della Waters è infatti consistita a mio parere nel costruire un intreccio in cui la realtà appare a prima vista razionale e logica, non è un caso che il narratore sia un medico, tuttavia la fiducia nell' intelletto e nella solidità della scienza finisce poi con il rivelarsi però ben più fragile di quanto si possa credere.
Proprio nei dettagli di questo mondo geometrico viene infatti ad annidarsi , a poco a poco, un ospite : il dubbio che forse non tutto ciò che accade sia spiegabile.
C'è qualcuno, o piuttosto direi Qualcosa, di perverso, che trama alle spalle degli Ayres? O è solo la mente umana, le sue invincibili debolezze e le sue paure, a far credere in ciò che non esiste?
Un vago senso di inquietudine spinge a voltare pagina dopo pagina, spinge a cercare delle risposte ed è così che si giunge a leggere l'ultima riga e nasce un ultimo interrogativo, il più importante: cosa è accaduto ad Hundreds Hall?
Brava la Waters nella ricostruzione dell'Inghilterra post bellica, brava nel tratteggiare la psiche dei personaggi che emerge limpida e forte, brava nel suggerire qualcosa e allo stesso tempo nel nascondere, forte del fatto che è proprio l'insoddisfazione a nutrire la curiosità del lettore in questo genere letterario.
Unica pecca è l'eccessiva lentezza con cui le vicende proseguono, ne risente molto la fluidità del romanzo, c'è suspense sì ma di certo non mozzafiato. Nel mio piccolo avrei forse accorciato qualche parte.
Magistrale una delle vicende finali che ha per protagonista la vedova Ayres, peccato che non si possa dire di più.
Se vi piacciono i racconti gotici fa per voi.

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