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La riserva delle sorprese..
Ambientato in una riserva, questo romanzo racconta di un padre e di un figlio che cercano di superare insieme un dolore che sembra essere incolmabile. Il dolore causato dallo stupro di Geraldine, moglie e madre modello e il risentimento che provano per il “windigoo”, uomo che ha abusato di lei e ha cercato di darle fuoco, non lascerà pace agli animi dei due indiani. Dovranno cercare di far luce da soli su questo mistero, perché la donna si è chiusa in un silenzio totale ed è caduta in una forte depressione. L’unico indizio che trapela è una misteriosa pratica, probabilmente legata al lavoro di Geraldine e alla voglia di vendetta del suo possessore. Aiutato dai suoi amici, Joe, proverà a farsi giustizia da solo e a cercare in prima persona il feroce aggressore della madre. Riuscirà questo ragazzino di tredici anni a farsi strada da solo tra gli intricati enigmi della riserva indiana? Gli abitanti del posto, sono davvero innocui come possono sembrare?
Due cose mi hanno spinta a prendere in considerazione questo libro: la prima è stata la trama, che sembrava essere di un giallo con i fiocchi, e in secondo luogo mi ha attirata moltissimo la copertina, con colori caldi e con impresso il tipico simbolo indiano che tutti riconosciamo, l’ acchiappa sogni (o Dream Catcher ) che da bambina adoravo! Credevo di trovarmi davanti a dei misteri da svelare piano piano, al dubbio che si crea cercando l’assassino, o in questo caso lo stupratore, invece nulla. Il libro ruota intorno alla parte “legale” della storia, non tanto per quanto riguarda la scoperta del “widingoo” ma più che altro per capire dov’è stato commesso il reato in modo da attribuirgli la giusta punizione. Per me che amo i gialli è stato un colpo basso. Amavo l’idea di dover ricercare indizi e invece mi sono trovata davanti al fatto compiuto e svelato. Mi è piaciuta la parte dedicata a Linda Lark, la sua storia mi ha affascinata e avrei voluto che le fosse dedicato un po’ più di spazio all’interno del libro. Come altre parti di “racconto nel racconto” se così vogliamo chiamarle, ci sono anche i racconti di Mooshum, interi capitoli in cui vengono narrate leggende indiane appartenenti alla riserva. Queste pagine le ho lette con molta fatica perchè si presentavano troppo lunghe e frequenti per i miei gusti personali, ed io, curiosa come sono non vedevo l’ora di tornare al giallo e al dramma. Un’altra cosa che mi ha lasciata un po’ perplessa sono stati i continui accenni sessuali all’interno della storia..caspita, ogni tanto non capivo se mi trovavo nel bel mezzo di un romanzo della Erdich o di E.L. James! Nulla di esageratamente sconcio, ma più che altro un po’ inadeguato. Sembro bacchettona? Nulla da dire, può essere! Ma se volevo un romanzo erotico mi buttavo sulla nuova trilogia di Irene Cao. Detto questo, forse ciò che mi ha penalizzata è il fatto di non aver letto il romanzo precedente della scrittrice, dato che spesso si trovavano accenni al libro “The plague of doves”, magari leggendolo avrei potuto inserirmi di più nell’ambientazione anche se mi sembra non si tratti di un seguito. Una cosa che invece ho apprezzato è stata l’idea di inserire ad ogni capitolo un titolo “a tema” , e in questo caso ogni capitolo si presentava con il nome dell’episodio rispettivo di Star Trek, non sono una grande amante di quest’ultimo, ma queste “firme” dell’autore mi piacciono sempre. Nel finale,ho tenuto come ciliegina sulla torta la cosa che mi è piaciuta di meno, anzi, che non ho proprio sopportato; Il fatto di non inserire in tutto il libro dei “simboli” che facciano capire quando è in atto una conversazione. Ho fatto una fatica immane a seguirlo e a stare al passo. Leggevo mezza facciata e dovevo tornare indietro per vedere se era un pensiero, un discorso, se a parlare era la voce narrante o un personaggio. È bastato questo per non farmelo andare giù. È un mio limite? Può essere. Magari ho prestato poca attenzione e per altri sarebbe di facile lettura, ma per me è stata dura arrivare alla conclusione, tanto che ho pensato più volte di abbandonarlo. Non lo consiglierei a chi vuole leggere un buon giallo, forse lo consiglierei a chi apprezza le leggende, a chi vuole trovarsi immerso in un ambientazione particolare e sentirsi un po’ “magico”. Si, come ambiente ha qualcosa di magico, ma di misterioso ha poco.