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Quella sera dorata di Peter Cameron
Anche in questo romanzo la prosa di Peter Cameron si riconferma limpida e raffinata. Ha una capacità questo scrittore di costruire i personaggi conferendo loro caratteristiche umane e intellettuali di grande spessore. Come ne “Il week end” non è tanto la trama che interessa l’autore quanto il subliminale messaggio sul rapporto arte – vita, finzione e realtà. Ed è da questo che, forse anche inavvertitamente, viene catturato il lettore. La storia è semplice: il giovane studioso Omar Razaghi, di origine persiana, cresciuto in Canada, dopo la caduta dello Scià, e stabilitosi in Kansas dove svolge la sua attività universitaria, riceve una borsa di studio per scrivere la biografia di Jules Gund, divenuto famoso per un’ unica opera che ha scritto. Spinto anche dall’ambiziosa fidanzata che lo vuole al culmine del successo e della popolarità, Omar si reca in Uruguay, dove risiedono in una tenuta di campagna un po’ in rovina dal suggestivo nome Ochos Rios il fratello di Gund, Adam, con un giovane compagno asiatico, Pete, l’ex moglie Caroline e l’ex compagna Arden con la figlia. È a loro che deve chiedere l’autorizzazione per scrivere la biografia di Jules. L’impresa si presenta subito difficile; Omar incontra l’ostilità irremovibile di Caroline, quella iniziale di Arden, che poi si convincerà a dare il suo consenso, e l’appoggio incondizionato di Adam, che nasconde però secondi fini. Se da una parte Omar è affascinato dal luogo in cui è giunto ed è rapito dalla personalità di Arden di cui ben presto si innamora, d’altra parte la resistenza di Caroline lo pone per la prima volta di fronte all’interrogativo se sia giusto sbirciare, indagare nella vita privata degli individui, seppure famosi e di successo, per darla in pasto al pubblico sempre avido di dettagli anche, anzi, a maggior ragione se scandalistici. Omar capisce che Caroline non desidera che la vita del suo ex marito venga così platealmente resa nota. Dunque è qui il tema centrale del romanzo che verte sul rapporto verità/finzione: l’arte è rappresentazione della realtà, è la realtà vista con gli occhi dell’autore dell’opera e interpretata dal suo fruitore, dunque può allontanarsi dalla verità e d’altronde quando essa si proponga di rispecchiare fedelmente la realtà ci sarebbe da chiedersi quali limiti l’artista dovrebbe porsi per agire con quella discrezione e quel rispetto imposti dalla deontologia professionale.
Il compito dunque di ogni biografo risiede nel superamento di questo punto cruciale. Sarà per questo che Omar rinuncerà a scrivere la biografia, deludendo le aspettative della sua ragazza. La vita non sarà più la stessa per nessuno dei protagonisti della vicenda. Il finale è ben congegnato, delicato e in sintonia con il resto della storia. Ogni personaggio viene delineato nei suoi limiti e nei suoi pregi. Anche quelli che inizialmente assumono caratteri più negativi, rivelano infine qualità e sentimenti sopiti che la coscienza risveglierà, dando a ciascuno una possibilità di continuare a vivere in pace con se stesso.
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