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A volte ritorno… altre no è mi pare meglio così!
“A volte ritorno” [Einaudi 2010] è un libro da leggere tutto di un fiato, anche perché, se ti fermi pochi minuti, specie nella prima parte, e, come me, hai una spiccata sensibilità religiosa, il libro finisce direttamente dentro il bidone!
John Niven, scrittore satirico scozzese, si perde nel cercare di raffigurare il ritorno di Gesù sulla terra dovuto ad una “perdita” di rotta da parte dell’umanità che, seguendo la religione del bigottismo, ha rinunciato all’unico e vero comandamento di un Dio strafumato, “Fate i bravi”, cadendo nel tranello di Mosé che, di suo pugno, redige i 10 comandamenti.
Penso che la descrizione del paradiso, paradossale centro sociale dove sesso, droga e rock ‘n roll sono la vera trinità e il cazzeggio sta all’ordine del giorno, sia simpatica ma il farcire tutto con offese varie alla religione cristiana, specie se nella sua professione cattolica, e con parolacce dette e bestemmie velate rende il tutto un pappone troppo pesante da digerire.
Nello scorrere del romanzo il clima cambia, leggermente, e le parolacce lasciano il posto ad un racconto che ti tiene incollato al libro e, con il ritorno di un Gesù frikettone sulla terra, finisci per leggere tra le righe del libro cercando di bypassare tutti quelli orpelli gratuiti che offendono, se non proprio denigrano, i credenti. Allora riesci a vedere un Gesù che si ritrova a vivere con gli ultimi della ricca America, che partecipa ad un talent show, stile x factor, infatti Gesù è un cantante e chitarrista provetto che ha imparato a suonare la chitarra da nientepopodimeno che Hendrix, e che finisce, grazie ai proventi della trasmissione, a vivere in una specie di “setta” dell’amore e del “fate i bravi” nel cuore del Texas.
Va a finire come immaginate voi ma vi voglio lasciare la surprise!
Consiglio ai satiri scozzesi, comunque, una buona scuola di teologia magari con un corso sull’Antico Testamento con le sue varie tradizioni, le esegesi letterali e i mille rivoli in cui si perde una storia millenaria! Semplificarla come fa John mi pare molto riduttivo anche se, oggi, ridurre e non approfondire, penso sia un modus vivendi altamente nocivo.