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Il "Guaio" di Brunonia Barry
Zee, giovane donna dal passato difficile, è riuscita a diventare una psicoterapeuta e a lasciarsi alle spalle il nomignolo “Guaio”, attribuitole ai tempi in cui il suo passatempo preferito era mettersi in situazioni difficili. Rubare barche era per lei un modo di dimenticare, quasi un gioco e una sfida con se stessa. Si troverà a dover curare una paziente difficile, Lilly Breadon, complicata non è solo la sua patologia, ma la grande somiglianza che questa donna sembra avere con sua madre, morta suicida quando Hepizibah era appena una ragazzina. Questa somiglianza manderà in confusione la terapeuta, sciogliendo tutte le certezze che si era costruita nel tempo in cui aveva cercato di superare la perdita della madre. Per Zee, la notizia del suicidio di Lilly arriva come un pugno allo stomaco, crede di non aver saputo prevedere e prevenire il peggio e si trova a dover mettere in discussione tutta la sua vita, dal lavoro all’imminente matrimonio di cui non è più sicura. Cercherà di approfondire il suo passato partendo dalla morte di Maureen, sua madre, e scoprendo sempre più attinenze preoccupanti tra la sua vita passata e la vita della fragile Lilly. Sembra che Zee non riesca a lasciarsi alle spalle definitivamente il suo soprannome, pare che i guai per lei non finiscano mai e che il suo passato riesca sempre ad apparire come un mistero indecifrabile.
Secondo me, effettivamente, questo libro per Brunonia Barry si è rivelato un po’ un “guaio”. Che abbia davvero poteri da veggente come i personaggi dei suoi libri?... Scherzi a parte, il libro non è male. Mi piace la trama, ha catturato la mia attenzione all’inizio, durante la descrizione di Lilly Breadon e durante la descrizione del suo rapporto con Adam, ma successivamente ha ripreso a catturarmi da pagina 300 in poi, quindi solo sul finale. Tutto il periodo intermedio tra il suicidio di Lilly e la fine (non vi voglio fare nessuno spoiler, tranquilli…) si è rivelato noioso e piatto. Niente colpi di scena, niente anticipazioni (nemmeno velate) che possono incuriosire il lettore e spingerlo ad andare avanti per scoprire cosa accade. Affronta molti argomenti, forse troppi, che possono mandarti in confusione. Affronta il tema dell’omosessualità, il tema della magia e del paganesimo , ed il tema medico dal bipolarismo all’Alzheimer.
Mi sono invece piaciuti i flashback temporanei di Zee, in cui racconta del suo rapporto con la madre e le vicende della loro famiglia. Mi ha incuriosita il racconto relativo alla Friendship, mi ha interessata a tal punto da spingermi ad informarmi sulla sua vera storia. Ho trovato furbo, da parte della Barry, inserire di tanto in tanto i personaggi presenti nel suo libro precedente “la lettrice bugiarda”, questi punti mi hanno fatta sorridere, è una mia (strana?) abitudine quella di pensare a che fine faranno i personaggi dopo aver letto l’ultima pagina di un libro, e questo reinserirli nel suo libro successivo ha soddisfatto la mia curiosità e ha catturato la mia attenzione. Infine che dire? I principi per scrivere un buon libro c’erano tutti, l’idea era ottima e i personaggi azzeccati.. ma, è stata dura per me arrivare alla fine. Troppo prolisso nei dettagli (a volte inutili) e purtroppo tiene poco viva l’attenzione. Ho cercato per capitoli e capitoli un piccolo colpo di scena, qualcosa che mi facesse aggrappare all’idea che “c’era di più”, ma niente fino alla fine. La conclusione al contrario è eccellente, idea ottima e (finalmente) capace di tenerti un po’ con il fiato sospeso..ma leggere un libro di 400 pagine per trovare soddisfazione solo nei due capitoli finali non ha accontentato le mie aspettative. Brunonia Barry è la regina del: “Aaaah, ecco perché! Ora ho capito!!”.. ma tutti svelati alla fine. Appena terminato un suo libro mi ritrovo a cercare indietro tra le pagine per ricontrollare parti che al momento mi erano sfuggite. Libro prolisso e purtroppo noioso, ma che non si stacca dalla memoria e ti fa venire comunque voglia di approfondire. Credo infatti che lo scopo della Barry sia questo.. imprimersi nella memoria del lettore.
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