Dettagli Recensione
L'emozione ha un titolo
Commettiamo errori.
Siamo tutti accomunati da questo particolare “talento”.
Le cause che ci inducono a sbagliare sono così tante che sarebbe pura follia volerne stilare una lista.
Per Amir, il protagonista, i motivi che l’hanno indotto a cadere in errore sono per lo più la vigliaccheria e la paura di non essere accettato da quel uomo forte, audace e risoluto incarnato nella figura paterna.
Girare le spalle a colui che ti ha sempre aiutato, sostenuto e difeso nei momenti di maggior paura e tristezza non è uno sbaglio da poco.
E questo Amir lo sa.
E la sua coscienza non sarà più la stessa.
Su questo filo scorre la narrazione rapida e piacevole, contornata da dettagli di una vividezza sorprendente che aiutano il lettore ad immergersi nel pieno della storia di Amir e del “cacciatore di aquiloni” e del loro paese, ovvero l’Afghanistan, in un viaggio culturale e storico che sicuramente arricchisce chiunque lo legge.
Il racconto si conclude con un tentativo di “espiazione” da parte di Amir che, nella mia modesta opinione, altro non è che è un tacito stratagemma da parte dell’autore ingegnato per sbatterci in faccia la dura realtà delle cose e a porci le seguenti domande:
Si può sempre rimediare agli errori commessi?
Si può “ritornare ad essere buoni”?
Al lettore l’ardua sentenza.