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Oliver Twist sta in India
“ Il problema è che viviamo.
Che troviamo sempre quel tanto che basta
Per tenerci in vita e così siamo obbligati
A restare in quest’inferno…”
Chamdi è un piccolo orfano, che ha sempre vissuto in una casa di accoglienza alla periferia di Bombay. E’ dolce, sensibile, buono. Si confida con Gesù tutti i giorni, ama l’energia profumata dei fiori, i piccoli scorci di natura che riesce a scorgere dagli spazi ristretti dell’orfanotrofio che lo ospita e non ha perso la capacità di sognare, di raccontare e di raccontarsi favole. La sua fantasia lo porta a vagheggiare una città “senza tristezza”, Kahunsha, dove tutti vivono felici, dove non c’è miseria né fame e i bambini possono giocare sereni e protetti dall’amore dei loro genitori, perché in quel luogo fantastico, tutti hanno una mamma ed un papà. Fuori dalle mura che proteggono l’Istituto, arrivano ovattati i rumori di una città infiammata dalle lotte tra induisti e musulmani e dai disordini che serpeggiano ovunque, seminando distruzione e morte. Un giorno, la direttrice dell’orfanotrofio, annuncia la chiusura definitiva della struttura. Chamdi, decide di scappare via e con al collo la sciarpa bianca nella quale era avvolto al momento del suo abbandono e alcune foglie di bouganvillea in tasca, i cui colori vivificanti gli trasmettono forza e coraggio si inoltra, alla ricerca del padre, nel cuore della città di Bombay. Solo e perduto, si ritrova catapultato nella sventurata realtà dei vicoli e delle strade popolate da una moltitudine di persone che vivono nell’indigenza, nella sporcizia e nella fame. Qui, incontra due bambini come lui, Sumdi e Guddi, fratello e sorella, che riescono a malapena a sopravvivere perché assoldati da un uomo crudele e profittatore, Anand Bhai. L’uomo mantiene il controllo di una grande fetta della città arricchendosi con i suoi illeciti traffici e servendosi di un esercito di piccoli sventurati che piega con ogni spietatezza alla sua volontà. Chamdi, conoscerà così la bassezza della degradazione, la furia della violenza, il sostegno della solidarietà, i tormenti della paura, la purezza dell’amicizia e il grande valore del coraggio, crescendo e percorrendo con risolutezza la strada che conduce alla dignità, alla fratellanza ed all’amore. Definito da molti l’Oliver Twist in versione indiana, questo libro, seppur crudo nella sua denuncia alla delinquenza urbana e allo sfruttamento dell’altrui bisogno, sia esso adulto che infantile, conservando uno stile semplice, permeato di dolcezza e spiritualità, ha la capacità di effondere, in un’atmosfera intrisa di una poetica magia che proviene direttamente dal sogno anche se incastonata in una cruda realtà, una luce di fiduciosa attesa percepibile in fondo allo sguardo di chi ancora confida nella vita.