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La primavera romana della signora Stone
 
La primavera romana della signora Stone 2013-11-19 15:35:17 Cristina72
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
Cristina72 Opinione inserita da Cristina72    19 Novembre, 2013
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L'inesorabile scorrere del tempo

La luce dorata di un tramonto romano e il ticchettio inesorabile di un orologio a vetro poggiato su una mensola. Sotto, un foglio di carta color magenta che contiene la promessa di una nuova giovinezza... Ma meglio non farci troppo affidamento e riservarsi di dargli un'occhiata nei momenti più bui, quelli della deriva.
“La deriva sono tutte le cose che si fanno senza un motivo. Ma dov'è il motivo per ogni cosa?”.
Se lo chiede, a cinquant'anni suonati, la signora Stone, attrice ritiratasi dalle scene dopo un fiasco colossale nelle vesti di Giulietta.
L'errore è stato interpretare un ruolo non più adatto alla sua età e soprattutto non aver messo nel conto, nel corso di un'esistenza frenetica programmata nei minimi dettagli, che la bellezza sfiorisce, mettendo in mostra il “lucido meccanismo ben oleato” della falsa bontà.
E' così che la "meravigliosa" signora Stone si ritrova circondata dal nulla, se si escludono i milioni del compianto marito.
Il declino porta con sé una serie di maldicenze sussurrate alle sue spalle e di umiliazioni che si rincorrono una dietro l'altra come la cascata tintinnante di perle di una collana spezzata.
Il declino si chiama Paolo, giovane amante prezzolato, definito “marchetta” nell'ambiente delle mezzane. Paolo vanesio, anaffettivo e sensuale, con un'omosessualità latente e una patetica tendenza alla menzogna. Gli anni che separano i due amanti lo rendono comunque il più forte, quello che si degna di accostarsi al “sole freddo”, freddo come il letto di lei senza di lui “... un paesaggio innevato, una distesa di desolazione pura”.
I personaggi si muovono in un ambiente un tantino stereotipato (lo sguardo di uno straniero sull'Italia) ma sono tratteggiati con efficacia e il drammaturgo americano ci rende spettatori di una commedia che urla sottovoce in un crescendo di tensione.
Il risveglio dei sensi della signora Stone arriva quando il suo corpo non suscita più il desiderio degli uomini e somiglia ad una vertigine sul vuoto della sua esistenza: “Il nulla sarà interrotto, il vuoto tremendo sarà penetrato da qualcosa”.
E' la parabola discendente di una “gran signora”: “Qualsiasi cosa, davvero, ma non niente”.




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Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
"Chéri", di Colette.
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Commenti

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non ho mai letto nulla di Williams...lo terrò presente
ciao Cristina!
Il tuo spirito critico non si smentisce mai. Splendido commento di un libro che ho amato molto. :)
In risposta ad un precedente commento
gracy
19 Novembre, 2013
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Chapeau!
In risposta ad un precedente commento
C.U.B.
20 Novembre, 2013
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Che bel commento, mi intrighi tu come mi aveva intrigato Bruno su questo titolo.
Grazie a tutti! @Silvia: è l'unico romanzo di Williams, da non perdere! @Bruno: interessante segnalazione :-)
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