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Le avventure di Augie March
 
Le avventure di Augie March 2013-11-18 10:19:34 Mario Inisi
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    18 Novembre, 2013
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Dentro le mura dell'essere


Sono americano, sono nato a Chicago, quella tetra città, affronto le cose come ho imparato a fare senza peli sulla lingua e racconterò la storia a modo mio: primo a bussare, primo a entrare; a volte un colpo innocente, a volte non tanto. Ma il destino di un uomo è il suo carattere, dice Eraclito, e tutto sommato non è possibile dissimulare la natura dei colpi foderando la porta di materiale isolante o rivestendo di guanti le nocche.


La storia si apre inquadrando, da una prospettiva Dickensiana, una famiglia povera ma unita, tre figli di cui uno ritardato, una madre troppo buona per affrontare il mondo, niente padre e una nonna con gli attributi che tira avanti la baracca facendo vivere tutti di carità  ma senza darlo a vedere con enorme dignità  e compostezza. La famiglia vive in un quartiere povero di Chicago. In questo paradiso terrestre (come su tutti quelli che verranno descritti in seguito) dove regnano amore e solidarietà  si insinua il serpente: il serpente è¨ sempre il bisogno di potere per dominare l'altro e affermare se stesso. La nonna che è stata all'inizio una figura ammirevole fa internare George in un istituto per ritardati. Da questo peccato originale ne deriveranno molti altri: qualcosa si è incrinato nella famiglia povera ma felice e la nonna di lì a poco farà  la stessa fine di George e così di seguito la mamma ormai diventata cieca. Tra i fratelli si insinua qualcosa di poco sano che incrina il loro rapporto, mascherando l'affetto. L'uno cerca di imporre all'altro uno stile di vita e di dimostrare di valere di più.
Come diceva Eraclito, probabilmente il problema di Augie è il suo carattere. E' una persona a primo impatto arrendevole, fin troppo, pronto a inseguire chiunque, a dichiararsi innamorato al primo schioccare di dita della pretendente (purchè con aspetto gradevole) e nel corso delle quasi 800 pagine il lettore ne saprà qualcosa. Ma appena nel rapporto con l'altro si insinua il tentativo di dominare la sua vita, Augie molla e entra, come dice lui, in opposizione. Quando l'innamorata smette di essere uno specchio che riflette la sua immagine iniziano i guai. Esemplificativo di questo rapporto di forza è la relazione con Thea che trascina Augie a caccia di serpenti e ad ammaestrare aquile, mai contenta del dominio che riesce a esercitare sugli altri. Del resto Augie scappa anche dagli uomini che cercano di imporgli uno stile di vita, dal fratello e dalla famiglia che vorrebbe adottarlo. In un certo senso ripudia una vita spesa per il piacere terreno, sia esso rappresentato dai soldi o dall'amore carnale come quello tra suo fratello e la prima fidanzata. Augie cerca qualcosa di più elevato.
Ma nel rapporto con le donne forse il suo nemico è proprio il pensiero, la pura speculazione verso la quale si sente attratto. Verso la fine del libro c'è l'episodio di Augie naufrago solo sulla barca alla deriva con un marinaio pazzo, che vorrebbe dedicarsi alla ricerca delle origini della vita arruolandolo come suo assistente. Il dialogo tra i due mi ha ricordato il delirio di Ivan Karamazov o la tentazione di Gesù nel deserto, anche se il marinaio è una persona in carne e ossa, reale. Egli propone a Augie di dedicarsi alla pura speculazione lasciando la moglie. Ma Augie rifiuta la tentazione perchè è innamorato di sua moglie e ha bisogno di lei. Eppure anche quella felicità  è più sogno e illusione che realtà .
Beh, nessuno dei personaggi sembra trovare la ricetta della felicità. Ognuno riesce a recitare una parte. I rapporti con le donne sono sempre sbagliati. Gli unici rapporti che fanno eccezione sono quelli di disinteressata amicizia dove nessuno cerca di impossessarsi di qualcosa dell'altro ma si limita a vivergli accanto.
Il libro da un punto di vista stilistico è eccezionale, veramente bellissimo. Da un punto di vista della storia c'è una piccola stonatura data dal fatto che Augie analizza in modo approfondito se stesso ma senza scavare in profondità  come Dosto. Cioè il lettore assiste per 800 pagine a una vita che non fa un solo passo avanti, a un uomo che riperpetua le stesse illusioni e gli stessi errori con incrollabile caparbietà. Basta pensare alle infinite volte che Augie confiderà  al lettore di essere innamorato tanto che alla fine il lettore finirà  per non credergli. Augie sembra davvero più adatto alla speculazione che ai rapporti con le persone e se ne rende ben conto.
Perchè devi pensare che ciò che ti uccide è ciò che rappresenti? Perchè¨ sei tu l'autore della tua morte. Qual''èl'arma? I chiodi e il martello del tuo carattere. Qual'è la croce? Proprio le tue ossa sulle quali ti indebolisci via via.E il marito o la moglie incarica l'altro dell'azione.

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gracy
18 Novembre, 2013
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Qual'è l'arma? I chiodi e il martello del tuo carattere...
chapeau!
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