Dettagli Recensione

 
Il giovane Holden
 
Il giovane Holden 2013-11-09 18:20:33 annamariabalzano43
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
annamariabalzano43 Opinione inserita da annamariabalzano43    09 Novembre, 2013
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Il giovane Holden di J.D.Salinger

Il romanzo “Il giovane Holden” di Salinger comparve nel 1951 e nel suo protagonista si riconobbe tutta una generazione di giovani americani. Letto oggi a più di cinquant’anni di distanza esso appare di un’attualità sconcertante, ma non sorprendente per la capacità di rappresentare la difficoltà e la sofferenza inevitabili per la crescita di ogni individuo.
Si tratta di un vero viaggio di iniziazione che Holden intraprende, nel momento in cui, con un atto di ribellione, abbandona la scuola che frequenta rifiutando con essa anche gli amici di cui non sopporta i difetti e gli insegnanti di cui pure riconosce il valore. Il suo dramma nasce nel momento stesso in cui si scontra con la realtà. Egli confessa sin dall’inizio di essere un grande bugiardo: questa necessità di rifugiarsi nella menzogna deriva proprio dalla sua difficoltà di accettare il mondo così com’è, con le sue ipocrisie, le meschinità, l’arrivismo e l’arroganza. Siamo di fronte all’eterna dicotomia tra sincerità e menzogna: il mondo dei giovani, quello incontaminato e puro non accetta il compromesso.
Il suo vagare per le strade di New York lo porta ad eccessi a cui non è abituato, al fumo eccessivo, al consumo di superalcolici, al fallito approccio con una prostituta, all’incontro/scontro con un’amica che ammira, ma che è troppo frivola e poco comprensiva. La vita notturna di Holden lo porta a contatto con un’umanità diversa, a volte ai margini della società, di cui egli ha in fondo orrore e terrore, ma che diventano la tappa necessaria alla sua crescita. La sua in fondo è la storia di una speranza delusa, che lo induce a porre domande che sembrano assurde, come quando chiede al tassista se egli sappia dove vadano le anatre quando il lago gela. Nel mondo in cui Holden, in cui i giovani di ogni epoca vivono, non è lecito preoccuparsi di questioni che appaiono inutili e senza senso.
Da qui nasce quel grande sogno di diventare “the catcher in rye”, come confesserà alla sorella Phoebe, l’unica con cui riesce a mantenere un rapporto di confidenza e fiducia. Holden coltiva nella sua mente la grande speranza di poter salvare quei giovani che, giocando in un campo di segale, finiscono sull’orlo del baratro: ed è il verso del poeta Robert Burns che egli ripete, ma in questo mondo, egli dice, non c’è posto per “l’acchiappatore nella segale”.
Un romanzo che a tratti ha toni satirici e a tratti persino comici, ma che in sostanza è di un’amarezza infinita. La traduzione italiana, per quanto ottima, non può certamente rendere fedelmente il significato originale del testo. Questo è il motivo per cui si è preferito rendere il titolo con il nome del protagonista, vista la difficoltà di rendere in italiano l’espressione “The catcher in the rye”, che poi assume un forte significato simbolico. Ma è tutto il linguaggio che Salinger usa, un linguaggio tipicamente giovanile, che è difficile da rendere fedelmente. E bisogna senz’altro riconoscere che una delle ragioni del grande successo di questo romanzo è da attribuirsi proprio all’espressione linguistica così aderente alla realtà del mondo dei giovani.
Un testo, questo, la cui lettura dovrebbe essere obbligatoria nelle scuole superiori, sicuramente un “must” per insegnanti e genitori.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
250
Segnala questa recensione ad un moderatore

Commenti

3 risultati - visualizzati 1 - 3
Ordina 
Per inserire la tua opinione devi essere registrato.

Bellissima analisi la tua cara Anna Maria e hai ragione...da quello che ci esponi, un libro più che mai attuale.
Pia
Attualissimo, Pia.
In risposta ad un precedente commento
Massimo80
17 Marzo, 2014
Segnala questo commento ad un moderatore
Hai ragione Anna Maria, deve essere stata difficile la traduzione di questo libro, visto lo stile zeppo di termini propri del linguaggio giovanile dell'epoca. Forse peró definire 'ottima' la versione italiana é troppo indulgente nei confronti del traduttore. Mi chiedo cioé se 50 anni fa i giovani usassero davvero il termine "sollucchero"... Il sospetto che si potesse far meglio a vantagglio dei fruitori italiani rimane.
3 risultati - visualizzati 1 - 3

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Volver. Ritorno per il commissario Ricciardi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Identità sconosciuta
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Incastrati
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)
Tatà
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Intermezzo
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il mio assassino
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
La vita a volte capita
Valutazione Utenti
 
4.3 (3)
Il dio dei boschi
Valutazione Utenti
 
4.1 (3)
La prova della mia innocenza
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Il sistema Vivacchia
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Il passato è un morto senza cadavere
Valutazione Utenti
 
4.3 (2)
La mano dell'orologiaio
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

La compagnia degli enigmisti
Il mio assassino
Demon Copperhead
La stagione degli amori
Il dio dei boschi
Tatà
La prova della mia innocenza
La città e le sue mura incerte
Per sempre
La terra d'ombra
In questo piccolo mondo
Lo spirito bambino
Sirene
Giorno di vacanza
Génie la matta
Mattino e sera