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Allungare il brodo e dimenticarsi del sale
Che dire, il primo deludente Hap & Leo della saga che leggo, è stato piacevole ritrovare Hap&Leo, Brett e la tazza di latte caldo con i biscotti alla vaniglia, i tacos, le numerose bottiglie di Dr Pepper e le scorribande sul pickup. Scazzottate e sparatorie splatter sempre coerenti con lo stile a cui siamo abituati i fedeli seguaci di Big Joe, ma le forzature di questa trama piatta, i dialoghi ripetitivi e a volte mosci dei due non me l’aspettavo. E poi l’allegoria assente, nessun pensiero profondo, nessuna riflessione del caro Hap e nemmeno dell’incontenibile Leo e dire che c’erano personaggi interessanti come Vanille Ride, ma nulla, nessuno sviluppo, solo forzature e ripetizioni. L’unico momento particolarmente originale e “lansdeliano” è stata la confessione del tizio della Dixie Mafia chiamato il Tonto, che racconta la sua vita tribolata con tinte noir raccapriccianti, poi per tutto il resto la sensazione del déjà vu di una vecchia foto sbiadita e qualche offesa di troppo verso la religione cristiana.
Penso che scrivere gli episodi delle saghe a volte sia più arduo che scrivere un romanzo ex-novo, la pressione dell’editore e la poca ispirazione dell’autore portano a scrivere pagine insulse e da dimenticare.
Delusa, parecchio.
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Commenti
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si, non potevo scegliere incipit migliore :))
@calzina
si...Hap&Leo li adoro, ma l'obiettività questa volta ha prevalso
@Cristina
si depenna! Si può fare a meno...grupie di Big Joe si, ma a testa alta!
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