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Una splendida lettura
Sullo sfondo di una guerra che fa scempi, le vite di due ragazze, Mariam e Laila, si intrecciano fino a ritrovarsi sotto lo stesso tetto, entrambe mogli dello stesso uomo, vittime della sua prepotenza e di una cultura che le vuole sottomesse e schiave.
Mariam è la figlia illegittima del potente Jalil e tutto ciò che possiede è una vita con la madre nella vecchia “kolba”e il desiderio ogni giovedì di incontrare il padre che la tiene lontana dalla “buona società” in quanto considerata “figlia del peccato”. Laila è più giovane di Mariam, ragazza piena di vita e di sogni, è una delle poche che ha il privilegio di vivere in una famiglia benestante che le offre la possibilità di istruirsi e di costruire un futuro lontano da quel paese. I suoi fratelli sono in guerra senza che nemmeno lei si ricordi di loro, il suo vero fratello è Tariq con cui condivide i suoi giochi da piccola e il suo amore appena cresciuta. Ma la guerra non dà pace a nessuno nelle terre dove la parola pace non è ormai più conosciuta e una bomba quando cade non è tanto “intelligente” da capire dove colpire… e così colpisce la casa di Laila facendola trovare improvvisamente sola, orfana in un paese brutale che lei non conosceva seppure il suo. Salvata da Rashid, marito di Mariam, si ritrova a sposarlo per mettere in salvo il bambino che porta in grembo frutto del suo amore per Tariq. E’ così che le due donne cominciano a conoscersi, dapprima con diffidenza e poi a instaurare un rapporto di profonda amicizia che le porta ad essere complici di una fuga e non solo.
Un libro sull’ amicizia dunque che mostra come in due è più facile sopportare anche i soprusi e le violenze, un libro sul coraggio, sulla speranza di poter ottenere un futuro migliore, sul desiderio di lottare per raggiungere la libertà . Ma prima di tutto un libro-cronaca che fa arrivare al cuore delle donne di cui troppo poco udiamo la voce e troppe poche volte vediamo i volti. Un libro che ci fa camminare per le strade di Kabul, entrare nelle case dei suoi cittadini e negli animi di chi la guerra la vive prima di tutto nel suo conflitto con uomini dispotici e prepotenti che hanno il possesso della loro libertà.
Dopo aver letto Mille splendidi soli, ogni fiocco di neve ci appare come “il sospiro di una donna infelice a ricordare di come soffrono le donne e di come sopportano in silenzio ” e dietro l’immagine di un burqa non ci appaiono più volti anonimi, ma le vite tormentate e ingiuste di Mariam e Laila, le loro rughe che attestano una vita difficile e i loro occhi che scrutano il mondo e lanciano grida di aiuto. Un libro “splendido” da leggere tutto d’un fiato fino all’ inatteso, triste e commovente finale.
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