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Il Forrest Gump che inventò l'atomica
Indubbiamente è un libro strano. Il linguaggio utilizzato è leggero come leggeri sembrano i pensieri che agitano i personaggi, nessuno escluso, anche quelli storici. Sembra che l'autore si sia divertito a "fare i baffi alla Gioconda" che, nella fattispecie, è la storia del XX secolo.
Due le storie parallele che si intersecano: quella della "evasione" del vecchietto (che, a parte tutto, deve essere fuso nell'acciaio visto quante ne fa!) e quella della sua lunga, lunga vita, durante la quale non s'è fatto mancare nulla. Pare che dove si stava facendo la storia lui ci dovesse essere, casualmente, ma con un ruolo sempre determinate. Una tra tutte: senza di lui il povero Oppennheimer non avrebbe costruito la bomba A!
Delle due vicende la più simpatica è quella contemporanea. L'altra pretende un po' troppo alla credulità del lettore.
In definitiva sembra che Allan sia un incrocio tra Forrest Gump ed il "piccolo grande uomo" (D. Hoffman). Se lo si prende per quello che è (cioè un semplice divertissement) il libro è piacevole, ma non attribuiamogli significati che non ha.
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