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Mondo al femminile
Ogni volta che lanciava un'occhiata a Dottie, stesa sul divano, avvolta nella coperta di lana, Isabelle doveva distogliere lo sguardo, perchè le faceva troppa impressione l'estrema facilità con cui una vita poteva essere danneggiata distrutta. Le vite umane, delicate come stoffa, potevano essere tagliuzzate capricciosamente dalle lame di momenti casuali di egoismo.
Il libro è bellissimo. Due donne madre e figlia, diversamente sole, diversamente incapaci di relazionarsi con gli altri conducono una vita limitata e povera fatta più di abitudini, di cose, di oggetti, di manie (la pulizia) che di persone. Le manie tengono le due donne lontane tra loro e dal mondo, le rendono incapaci di comunicare e di scambiarsi affetto e calore umano.
In questa assenza di vita si insinua approfittando della loro debolezza l'uomo, rappresentato dal professor Robertson, affascinante (agli occhi di una ragazzina come Amy), falso, egoista, incurante delle conseguenze delle sue azioni, mezzo psicologo (aggravante) che utilizza la psicologia per arrivare al suo scopo senza impedirsi però di proiettare i suoi desideri sulla ragazzina, attribuendoli a lei. Il mondo maschile è debole, vanesio, meschino, egoista non solo per quanto riguarda il professor Robertson. Il mondo femminile è capace di momenti di grande umanità, calore e solidarietà. Nel libro viene analizzato il rapporto madre-figlia (di due donne sole) e la potenza dell'amicizia femminile. Le donne insieme, aiutandosi possono anche ingoiare un elefante un pezzo alla volta. Le donne sono capaci di perdono perchè la loro natura è quella di proteggere e di costruire.
Il libro si evolve in una storia alla Anne Tayler, con un'amicizia sincera capace di dare senso e di riscattare e di rendere ospitale, confortevole, allegra un'intera vita di dolore.
Rispetto ad Anne Tyler, però, la parte del mondo che viene salvata è solo la metà. L'altra è da buttare o almeno da sopportare.
Pur capaci di gesti di grande rabbia, infatti, solo le donne riescono a scaldare il gelo dell'esistenza e ad aiutarsi l'un l'altra. Riescono a superare la paura paralizzante del mondo e a tirare fuori i loro più profondi sentimenti.
...e avrebbe trovato dentro di sè una sola parola ripetuta: "Amy". "Amy, Amy", perchè era questo il richiamo del suo cuore, la sua preghiera. "Amy", avrebbe pensato, "Amy", ricordando l'aria fredda e dorata di quel giorno.
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Commenti
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:-)
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Adesso devi leggerti, appena sedimenti questo, Olive Kitteridge!!!
Benvenuto nel club Strout :)))))