Dettagli Recensione
la scimmia dello zoo
Capolavoro del 900. Poco altro da dire. A partire dall'incipit (uno dei più belli in assoluto)
Nabokov racconta la storia di un'ossessione con uno stile sublime, senza una parola fuori posto, coinvolgendo il lettore e trascinandolo nel mondo interiore del protagonista, senza mai cadere - e dato il tema sarebbe stato facile - nella volgarità, ma restando quasi sospeso tra sogno, realtà, presente, passato, amore, perversione.
Mi ha sempre colpito come Nabokov abbia raccontato di aver avuto l'ispirazione per scrivere il romanzo.
"L’iniziale brivido di ispirazione" dice "fu provocato in modo alquanto misterioso dalla notizia che una scimmia dello Zoo di Parigi, dopo mesi di blandizie da parte degli scienziati, aveva fatto finalmente il primo disegno a carboncino dovuto a un animale, e questo schizzo, riprodotto sul giornale, rappresentava le sbarre della gabbia di quella povera creatura”...
Certo, Lolita, tenuta prigioniera da Humbert. Ma anche lo stesso professore, schiavo del suo tormento.
Tanto che alla fine può capitare di provare compassione per lui...
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