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Le braci
 
Le braci 2013-10-27 17:12:31 mariaangela
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
2.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
mariaangela Opinione inserita da mariaangela    27 Ottobre, 2013
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LA COLPA VIENE PRIMA, LA COLPA E’ NELL’INTENZIONE.

Non so se vergognarmi, mi vergognerei di più se non lo ammettessi, ma questo romanzo l'ho trovato terribilmente noioso. E più procedevo nella lettura e più questa sensazione invece di scemare si accentuava. O forse non l'ho capito. O non mi è arrivato. Ma l'ho trovato molto freddo.

La storia narrata è molto bella, ed è narrata in un modo tale da suscitare una forte curiosità, non mi sarei mai aspettata la piega che poi invece ha preso. Ma lo stile eccessivamente lento me lo fa giudicare alla fine noioso.
Bella la storia della loro amicizia, il racconto delle giornate trascorse sempre insieme condividendo ogni momento e ogni emozione.
Molto toccante il racconto che Konrad fa all’amico, dei sacrifici che i suoi genitori affrontano per lui, privandosi di tutto per dare a quel figlio ciò che a loro evidentemente è mancato.
Sorprendente come una storia di immensa e straordinaria amicizia possa invece nascondere sentimenti di invidia, desiderio di essere diversi da ciò che si è. E' quanto di peggio possa capitarci. "L’unico modo per sopportare la vita è quello di rassegnarci a essere ciò che siamo ai nostri occhi e a quelli del mondo. Questo è il segreto. "

Tuttavia Marai rende giustizia a questo sentimento, lo riscatta, lo innalza al di sopra di tutto, non lo banalizza mai, l'amicizia vera, forte, pura, unica, immensa, disinteressata, perché esiste, e può durare una vita intera, lunghissima, come nel caso di Nini ed Henrik...ed è un'altra storia.

“Il generale la osservava incuriosito, col busto ancora proteso. Le due vite fluivano assieme, con lo stesso lento ritmo vitale dei corpi molto anziani. Si conoscevano a fondo, più di quanto si conoscano madre e figlio, più di due coniugi. La comunione che univa i loro corpi era più intima di qualsiasi altro vincolo. Forse a causa del latte. Forse perché Ninì era stata la prima a vedere il generale nell’attimo della sua nascita, coperto dal sangue impuro in cui vengono al mondo gli uomini. Forse a causa dei settantacinque anni che avevano trascorso insieme, sotto lo stesso tetto, mangiando lo stesso cibo, respirando la stessa aria stantia della casa, con la stessa vista sugli alberi davanti alle finestre - avevano condiviso ogni cosa. Nessuna parola poteva definire il loro rapporto. Non erano né fratelli né amanti.
Esiste qualcosa di diverso, e se ne rendevano oscuramente conto. Esiste una fratellanza particolare che è più stretta e più profonda di quella che unisce i gemelli nell’utero materno. La vita aveva mescolato i loro giorni e le loro notti, ciascuno dei due era consapevole del corpo e dei sogni dell’altro.”

E’ strano leggere parole così intense non dette tra innamorati. Ma l’amore ha mille volti e mille sfaccettature. Siamo noi che lo banalizziamo.

I FATTI NON SONO LA VERITA’.

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Commenti

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Ce l'ho in lista...mi spiace che tu l'abbia trovato noioso...
Pia
c'è un bellissimo passaggio sull'amicizia, di cui non ricordo le parole esatte, ma sostanzialmente vuol significare che l'amicizia e' amore vero nel quale non esiste la componente erotica.
io ho trovato questo libro davvero bello, anche se è una lettura piuttosto lenta.
brava , hai inserito un brano bellisimo.
ciao paola
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mariaangela
27 Ottobre, 2013
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ciao Pia già, è dispiaciuto anche a me, però sono un'eccezione come avrai letto dalle altre rece. Ma questo non ha tolto la bellezza al romanzo, è solo che l'ho trovato lento. Un saluto e sono curiosa di leggere le tue impressioni. :))
In risposta ad un precedente commento
mariaangela
27 Ottobre, 2013
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ciao Paola, si ricordi bene.
Ho letto lo stesso messaggio nel brano che ho riportato e che per me ha riscattato tutto il romanzo. Sono contenta tu l'abbia colto come me, grazie alla prossima
In risposta ad un precedente commento
Pia Sgarbossa
27 Ottobre, 2013
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Ma no Mariangela, non ti devi dispiacere..come spesso diciamo...ogni libro ha il suo momento...sai ne ho tanti da leggere, ma quando lo leggerò non mancherò di farti sapere le mie impressioni...ciaooo!
Pia
Questo libro mi ipnotizzò,devo dire più per l'eccelso stile che non per la trama ma detto questo non c'è nulla di male nell'averlo trovato noioso!Ci sono libri che non ci prendono e va benissimo cosi :)
Intanto, W la sincerità. A volte un romanzo lodato da tutti ci sembra un mattone oppure non è nelle nostre corde e allora? A me è capitato con Il maestro e Margherita, che non sono riuscito a finire...
Ho finito da poco di leggere Le Braci, prima opera di Marai che mi è capitato di leggere e a me è piaciuto molto. Sì, è lento, soprattutto è ripetitvo, ma questo stile a mio parere fa parte della sua bellezza. E' una scrittura molto densa, corposa, intrisa di vissuto: le parole di Henrik sono il distillato di esperienza dei 41 anni di vita "adulta", che ha trascorso dopo "il fatto". E' ripetitivo perchè Herik si è fatto ossessivamente quelle domande, si è ripetuto migliaia di volte quelle parole. E' lento perchè ha il passo felpato del cacciatore che gira intorno alla sua preda prima di affondare il colpo mortale. Scoprendo poi che la vita ha ormai svuotato di significato ogni possibile vendetta. Più che un libro sull'amicizia, quello a cui si assiste è la preparazione ad un duello. Il duello non c'è perchè Konrad anziano semplicemente non gioca o non può giocare la sua partita: l'avversario lo schiaccia completamente, salvo cadere al tappeto proprio per l'inconsitenza della sfida. L'amicizia fa da premessa, da sfondo elegante a questa resa dei conti piena di forza trattenuta ed energia sapientemente indirizzata.
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