Dettagli Recensione
I drammi non finiscono mai
Mi verrebbe da dire che nemmeno vorrei recensirlo un romanzo così, ma non perché l'abbia trovato brutto, anzi. Mi è difficile spiegarlo perché racchiude in sé moltissime emozioni e situazioni che lasciano inevitabilmente l'amaro in bocca.
Innanzitutto, come da titolo, è diviso in tre parti: il grande quaderno, la prova e la terza menzogna. I protagonisti sono due gemelli, Lucas e Klaus, che nel corso della storia cresceranno affrontando le difficoltà da prima della guerra, poi della rivoluzione e successivamente della stabilizzazione di un intero Paese. Le dinamiche sono crude e spietate nella prima parte, la guerra fa da padrona e ci mette dinnanzi un panorama tragico, fatto di lotte per la soppravvivenza, nessuno escluso; nella seconda parte la lettura si fa più veloce, ci sono degli spiragli di speranza, intervallati da momenti di tremenda tristezza; nella terza ed ultima parte, appunto il momento di ristabilire gli equilibri, ci si sente sempre sul filo del rasoio, dove un piccolo spiraglio di vento può cambiare la situazione a favore o no.
Un punto focale del libro è questa unione fra i due fratelli gemelli, secondo alcuni data appunto dal fatto che siano gemelli, ma che secondo me va oltre: è un essere l'uno e l'altro allo stesso tempo anche se agiscono diversamente, è un equilibrio fra le due parti che non si dissolverà mai.
Spero di aver dato una panoramica abbastanza semplice, seppure non lo sia affatto.
E' un libro difficile, non da leggere, né da capire, è difficile da provare. Lascia addosso l'amarezza delle disgrazie altrui, sembra quasi ti prenda per mano in silenzio e ti accompagni attraverso le vie della città di K e della capitale per farti vedere cos'è la guerra, cosa fa alle persone e quanto sia difficile tirarsi su.
Ammetto che nella parte finale è stato difficile capire, ho riletto più volte e a libro finito ho dovuto ricercare un passaggio, ma quando "arrivi" (tra virgolette perché non sono certa di aver compreso davvero tutto fino in fondo) a capire, ti lascia molto forse proprio perché ti ha mostrato la crudeltà della vita.