Dettagli Recensione

 
Il cassetto delle parole nuove
 
Il cassetto delle parole nuove 2013-10-19 12:49:01 GLICINE
Voto medio 
 
2.5
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
2.0
GLICINE Opinione inserita da GLICINE    19 Ottobre, 2013
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TORNATE BAMBINI PER LEGGERLO!

Chiudete gli occhi…. Ritornate indietro nel tempo, ancora, ancora un pochino…. Ecco! Per leggere questo libro dovete per forza tornare alla vostra infanzia, all’età di 9-10anni circa, eh sì! Altrimenti non capirete molto.
La voce narrante è quella di una bambina che ha vissuto l’infanzia in orfanotrofio, la bimba non vede molto bene ed ha un lessico ristretto, non le sembra vero di avere finalmente due genitori.
“Mio padre mi ha comprato dal Comune per trecentosessantacinque franchi….. Nei genitori l’organo più importante è la pazienza”.
Il mondo viene raccontato come lo vede la bimba ( già perché per quanto abbia cercato e riletto la bambina non ha un nome. Non credo dimenticanza dell’autrice , ma cosa voluta, per rendere la bambina non perfettamente reale e messa a fuoco, ma una sorta di personaggio bislacco, tipo quelli interpretati dal bravissimo Johnny Depp).
I genitori vivono nella periferia di una grande città del Nord Europa, in un palazzo nel quale abitano molte persone di etnie e culture diverse.
Inizialmente i genitori fanno di tutto per arricchire il vocabolario e la sete di conoscenza della bambina, facendo lunghi giri in auto e mostrandole il “mondo” dando un nome per ciascuna cosa, ciascun sentimento o concetto astratto. Le parole vengono scritte e conservate in svariate scatole.
“FORTUNA. Appartiene alla scatola di fiammiferi IMPROBABILITA’/SPERANZA”
La bambina in realtà, nel suo cuore è molto più adulta degli adulti, riesce a capire chi le sta intorno e a gioire anche di quel poco che magari i "grandi" ,riescono a darle. I rapporti forti della sua nuova realtà li instaura con il papà, ma ancor di più con il nonno Tat, anziano che vive in solitudine, senza gli arti inferiori, con iniziali segni di demenza, ma che ascolta e ama la bambina moltissimo.
Bisogna abituarsi a questo tipo di narrazione, perché come tutti i bambini, non è possibile che ci sia logica e scorrevolezza negli eventi così come ce li immaginiamo noi, magari l’attenzione viene reclamata da un particolare comportamento, oggetto o parola che noi adulti non abbiamo minimamente considerato…
Se leggete con queste piccole accortezze la storia, potete trovare piccole perle. Tristezze, realtà di prepotenza e razzismo, delicatezza e gentilezza che non immaginiamo nemmeno.
Provate ad entrare nel mondo di una piccola bambina “figlia di enne enne” (la presa in giro dei compagni di classe..) , magari riuscirà a stupirvi, sicuramente ad intenerirvi.
Bisogna dare atto all’autrice di aver scritto un libro originale, con uno stile tutto particolare, che ha indubbiamente incuriosito la critica… Ammetto anche la mia difficoltà iniziale ad entrare nella storia, la sensazione comunque lasciata alla fine del libro non è negativa, se mai di malinconica tenerezza...si potrebbe provare, con la supervisione di un adulto, a leggere questo libro con bambini di quinta primaria o prima secondaria e vedere cosa possono trarre i bambini da questo romanzo (che ne dici Pia??).

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Commenti

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Francesca carissima !!!
Ti dico che è un libro che mi incuriosisce molto e logicamente lo metto in lista...che mi spiace non avere gli alunni di quinta dell'anno scorso, tra i quali c'erano degli alunni che sarebbero sicuramente stati in grado di provare ad affrontare una simile lettura.
L'utilizzo delle scatole è di frequente in uso in ambito didattico , sia linguistico, sia matematico...
E mi incuriosisce soprattutto la scelta dell'autrice , che probabilmente ha romanzato un vissuto di forte impatto emotivo .
Grazie per avere pensato a me...sei un tesoro di amica... e continui sempre a dimostrarlo...è una gioia per me essere tua amica di lettura...
Un grandissimo abbraccio ... :D
Pia
In risposta ad un precedente commento
GLICINE
20 Ottobre, 2013
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Un abbraccio fortissimo a te...! e grazie, sempre.... :D!
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