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Sogno o son desto???
Ho appena terminato la lettura di " Kafka sulla spiaggia" di Haruki Murakami e voglio subito recensirlo, avendo ancora ben impresse in mente le sensazioni che questo romanzo mi ha suscitato.
Urgono alcune premesse.
1) Non sono affatto un critico letterario ma un amante della lettura e dunque quanto dirò è a carattere puramente personale, si tratta di impressioni ed opinioni che non vogliono assolutamente essere valide per tutti. 2) La lettura di questo romanzo merita di essere preceduta da alcuni avvertimenti diretti a chi sia interessato a conoscerlo. Si tratta di un romanzo bizzarro e sicuramente molto differente da quanto i più sono abituati a leggere. Non bisogna aspettarsi di trovare un intreccio ben delineato, avvincente in cui ricorrono gli elementi classici dei romanzi occidentali. Bisogna accettare di entrare in un sogno, in una realtà vaga e sfumata e lasciarsi guidare da ciò che viene narrato.
Non bisogna porsi troppe domande su ciò che si legge, perlomeno fin quando non si è voltata l'ultima pagina.
Chiariti questi aspetti, è bene dire che la trama del romanzo è davvero poco rilevante poiché ciò che conta sono le riflessioni dei personaggi ed i contesti in cui essi si trovano inseriti. Tamura Kafka è un quindicenne che fugge da Tokyo per fuggire un padre e da un mondo che odia, Nakata è un vecchio un pò strambo che ama parlare con i gatti. I due lontani anni luce per età, esperienze ed estrazione sociale finiscono con l'attrarsi l'un l'altro nel medesimo posto, la città di Takamatsu, dove senza toccarsi influenzeranno l'un l'altro le proprie vite in maniera irreparabile. Credo che più di così non si possa dire, sia perchè è ingiusto anticipare qualcosa a chi sia interessato a leggerlo sia perchè è realmente difficile spiegare cosa accade nel romanzo.
Infatti, la prima metà dell’opera , sebbene molto originale, è comunque abbastanza logica e verosimile, ma segue poi la seconda parte nella quale il tutto diviene più sfumato ed onirico. Si entra in un labirinto di pagine in cui è difficile capire dove sia il confine tra la realtà ed il sogno, tra ciò che accade nella mente dei protagonisti e ciò che avviene fuori.
Proprio " sogno" è il termine più adatto da utilizzare poichè alcune delle scene che vengono narrate hanno proprio questo sapore, sono prive di un significato logico, razionale e sembrano nascere dal subconscio dell'autore, la realtà di smaterializza e accadono cose del tutto inspiegabili seppur affascinanti.
Sorgono molte domande e , come detto, alla conclusione del libro spetta al lettore cercare di risponderle. Non tutto viene infatti spiegato, anzi, quasi nulla.
Il contenuto dell'opera è molto ricco, si sfiorano temi delicati di filosofia, di morale e religione, passando per la storia dell'arte e della musica. Ho molto apprezzato come Murakami accenni ora alle guerre napoleoniche ora a Beethoveen senza annoiare nè perdere il filo del romanzo.
Lo stile in cui è scritto è stata forse la cosa che mi ha più piacevolmente colpito. Avevo letto in giro che l'autore fosse dotato di uno stile inconfondibile e non posso che confermarlo. Frasi brevi, dirette e descrizioni sintetiche ma mai banali alleggeriscono e rendono più lieve una trama altrimenti molto complessa e poco piacevole. Si avverte una sorta di delicatezza nella scelta delle parole e nelle conversazioni dei personaggi che non può non colpire. Varrebbe la pena di leggere il libro solo per apprezzarne lo stile.
Arrivano le note dolenti. Se da quello che fin qui ho detto potrebbe sembrare che io abbia apprezzato il libro e lo consigli caldamente non è però così. Forse per mia mancanza, forse perchè non ho l'indole adatta per leggere romanzi così introspettivi ed onirici, non sono riuscito a digerirlo bene. Non mi sono immedesimato nelle situazioni narrate ( credo sia quasi impossibile farlo), nè mi sono piaciute alcune delle tematiche trattate ( freudiane per non dire altro). Mi sono trovato un pò disgustato da alcune scene, ammetto di aver saltato due pagine proprio perchè non riuscivo a leggere ciò che veniva descritto. Insomma, non sono riuscito a cogliere appieno lo spirito del romanzo e credo che lo consiglierei ma non a tutti. Solo a chi voglia affrontare una lettura non convenzionale o ami racconti per così dire “ originali”. “ Kafka sulla spiaggia” rientra appieno in quella serie di cose che o si amano o si odiano, è impossibile rimanerne indifferenti. Per ciò che mi riguarda, nonostante Murakami si sia rivelato una bella scoperta credo che almeno per un po’ ne starò alla larga!
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Commenti
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Ciaooo...
Mi mancano poche pagine alla fine della lettura del libro, e sono venuta qui a leggere tra le recensioni, per avere più che altro un sostegno morale del tipo "Sono io che sono scema?"
Non che non abbia capito trama o altro, ma proprio perchè forse come dici tu, non è il mio genere!
Il fatto di essere in un incubo continuo da cui non sai come uscire, una volta entrato, è faticoso.
Io avevo letto dello stesso autore, l'arte di correre, che mi è piaciuto molto, e Norwegian Wood, tanto decantato, che invece mi ha un po' deluso! Comunque grazie, forse non sono del tutto scema!! :)
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