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Vendute 2013-10-14 15:45:12 Cristina72
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Cristina72 Opinione inserita da Cristina72    14 Ottobre, 2013
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Zana, l'inglese

Zana Muhsen. Nell'Inghilterra degli anni Ottanta si è molto sentito parlare di questa ragazza e di sua sorella Nadia, vendute dal padre yemenita e “sposate” a loro insaputa.
Le due sorelle, quindici e tredici anni, partono entusiaste alla volta dello Yemen convinte di trascorrere una vacanza esotica di qualche settimana, ma Zana ci resterà otto anni e Nadia...il caso di Nadia resterà a lungo, troppo a lungo, una ferita aperta.
“Facevo sogni d'amore, volevo l'amore. Loro hanno saccheggiato tutto questo”.
Non c'è più spazio per l'amore in una terra ostile e arretrata, ed è soprattutto l'odio a sorreggere la protagonista di questa storia vera. Odio e orgoglio contro il “suocero” che la picchia selvaggiamente e le impone lavori sfibranti, odio e disgusto per il “marito” ragazzino che la stupra quasi ogni notte: “Non avranno la mia sofferenza, la rifiuto anche a me stessa. Pietra sono diventata e pietra resterò”.
Nadia, la sorellina minore e più debole, finisce per chiudersi in un'apatia rassegnata, “morta vivente”, sfiancata da continue gravidanze.
Zana invece non si rassegna, lei sopravvive solo per tornare a casa e stringe i denti per aggredire e resistere: “Con le mani più o meno bruciate e il cuore a pezzi sono sempre io: Zana, l'inglese”.
La ragazzina occidentale, “l'impura” di Birmingham presa di mira da una suocera malvagia, dovrà sopportare attacchi di malaria e la tortura di un parto difficile, imparerà ad arrostire focacce a mani nude sulla fiamma, a trasportare in testa bidoni d'acqua, a scrostare mucche rachitiche e pecore, a vangare con attrezzi rudimentali, ma non accetterà mai di piegarsi ad usi e costumi di un paese retrogrado e maschilista. Venduta nel corpo, resta libera nella mente: “La libertà è dentro di me. E' un privilegio sapere che siamo tutti uguali”.
La libertà è un minuscolo spiraglio di luce che lei, con i cinque sensi perennemente allertati, riesce a scorgere nelle tenebre, e arriverà perché fortemente voluta, dolce e amara.
Non smetterà mai di lottare per la sorella rimasta nello Yemen, chiedendo aiuto alle autorità e ai media, sbattendo contro insormontabili ostacoli burocratici, incassando rifiuti: “Non cederò mai, Nadia, te l'ho promesso”.
Non ha ceduto e, sebbene non confermato da canali ufficiali, pare che alla fine abbia davvero vinto.

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Commenti

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Che storia dolorosa! E, nonostante la vittoria, vite come queste si potranno mai ricucire?
Hai grande sensibilità nel partecipare - in particolare - a storie di donne, ricordo ancor il tuo commento alla "lettera a un bambino..." della Fallaci. :-)
Ma Nadia e' tornata ?

Brrr questi libri mi inquietano, non sono il mio genere, solo la copertina mi farebbe scappare. Li leggo solo in caso di rare eccezioni e guarda caso in questo momento sono in Pakistan.
Grazie Bruno :-) La tua domanda è pertinente e la risposta, purtroppo, scontata.
@Cub: eppure è necessario conoscere cosa spesso si nasconde dietro quel chador che mette i brividi. Ho cercato su Internet, non c'è nessuna conferma ufficiale sul ritorno di Nadia, ma pare che sia tornata dopo molti anni. Probabimente, per evitare incidenti diplomatici, si preferisce non pubblicizzare la cosa.
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