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Uno dei romanzi più intensi che abbia letto
Scriverò poche righe su questo romanzo letto ormai due anni e mezzo fa, mentre ero alle prese con l'esame di farmacologia. Era un freddo febbraio, e la sera, finalmente, dopo ore ed ore di studio, mi immergevo nella fantastica ma dolorosa storia di Orah ed Avram, di Ofer e Adam. "A un cerbiatto somiglia il mio amore" è un libro che ti lascia dentro una ferita profonda, come se quella storia, che hai seguito per 800 e più pagine, fosse la tua; come se quel figlio, Ofer, fosse tuo; come se Avram fosse l'uomo che hai sempre amato. Grossman non è sempre di facile lettura, e non tanto per lo stile, che è sempre scorrevole e mai artificioso, e in fondo neanche per il contenuto, perché sì, la storia è forte, ma in fondo i romanzi che parlano di guerra, e di storie complicate che si svolgono con la guerra sullo sfondo sono tanti. Ma Grossman fa di più, lui comincia a scavare nell'animo dei suoi personaggi; li fa soffrire, li fa disperare, fa provare loro dei sentimenti che li straziano, fa viver loro delle vicende incredibili, delle storie forti e dolorose, e comincia a scavare così tanto dentro di loro da farteli sentire incredibilmente vicini, quasi che quei personaggi fossero in realtà tanti piccoli pezzi di te stesso. E' per questo che alla fine un romanzo del genere ti lacera. Perché è come se lungo tutte quelle pagine tu fossi madre insieme ad Orah, come se insieme a lei riuscissi ad amare follemente Avram, a soffrire per Ofer. Da leggere con animo aperto e disponibile, con molta pazienza (per superare anche qualche passo un po' più lento)...e con i fazzoletti a portata di mano.