Dettagli Recensione
I Burgess
Lo stato del Maine e la città di New York scorrono e si intrecciano vorticosamente nello scorrere delle pagine.
La quiete, le routine e le consuetudini consolidate di una minuscola cittadina americana si incontrano con la diversità e le problematiche dell'immigrazione, così come il rumore, la frenesia ed il benessere della grande mela si scontrano con la correttezza, la moralità e la felicità dei protagonisti.
Al di là degli eventi narrati, la Strout è un'autrice che costruisce il suo personaggio pezzo dopo pezzo, mettendo sempre in luce l'impossibilità della perfezione, smascherando certi meccanismi sociali ipocriti e meschini.
Gli uomini e le donne della Strout, sono peccatori, talora apatici e opportunisti, attratti per lungo tempo dalla strada più semplice per la serenità ed il successo personale, eppure non sono esenti dai colpi di coda del destino, costretti a tirare le somme del loro operato sia sociale che familiare.
A fianco alla tematica dell'integrazione e dell'accettazione delle differenze culturali e religiose , è forte anche in questo romanzo il tema della famiglia; dell'importanza delle origini, dell'impronta sull'individuo, dei rapporti tra fratelli, tra genitori e figli, tra coniugi.
Quelle raccontate dall'autrice sono storie di equilibri precari, di mancanze, di errori, di solitudini.
In quest'ultimo romanzo dell'autrice americana alberga tanta realtà odierna e le capacità espressive sono indiscutibili, tuttavia tra le ansie, le tensioni e le schiarite di queste pagine, non si ravvisa la brillantezza profusa in “Olive Kitteridge”.
All'appello manca un pizzico di magia nella narrazione e a tratti il racconto sembra patire un rallentamento; il tema immigrazione e le immagini che ne scaturiscono suonano talora stereotipate, seppure ottimi spunti per riflettere su situazioni sociali attuali.
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Commenti
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le mie aspettative erano alte, ma questo lavoro non mi ha convinto....
magari appena lo finisci ne parliamo più approfonditamente!
la penna della Strout merita di essere conosciuta e ti consiglio di leggere Olive
:-)
@Anna Maria
se leggerai Olive Kitteridge il sapore della lettura è di gran lunga più straordinario, ricorda molto e non vorrei colpevolizzarla di plagio "il nipote" di James Purdy
Invece secondo me la Strout ti entrerebbe nelle ossa :D ti piacerà!
attendo la tua recensione....
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