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I ragazzi Burgess
 
I ragazzi Burgess 2013-10-07 16:23:05 silvia71
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
silvia71 Opinione inserita da silvia71    07 Ottobre, 2013
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I Burgess

Lo stato del Maine e la città di New York scorrono e si intrecciano vorticosamente nello scorrere delle pagine.
La quiete, le routine e le consuetudini consolidate di una minuscola cittadina americana si incontrano con la diversità e le problematiche dell'immigrazione, così come il rumore, la frenesia ed il benessere della grande mela si scontrano con la correttezza, la moralità e la felicità dei protagonisti.

Al di là degli eventi narrati, la Strout è un'autrice che costruisce il suo personaggio pezzo dopo pezzo, mettendo sempre in luce l'impossibilità della perfezione, smascherando certi meccanismi sociali ipocriti e meschini.
Gli uomini e le donne della Strout, sono peccatori, talora apatici e opportunisti, attratti per lungo tempo dalla strada più semplice per la serenità ed il successo personale, eppure non sono esenti dai colpi di coda del destino, costretti a tirare le somme del loro operato sia sociale che familiare.

A fianco alla tematica dell'integrazione e dell'accettazione delle differenze culturali e religiose , è forte anche in questo romanzo il tema della famiglia; dell'importanza delle origini, dell'impronta sull'individuo, dei rapporti tra fratelli, tra genitori e figli, tra coniugi.
Quelle raccontate dall'autrice sono storie di equilibri precari, di mancanze, di errori, di solitudini.

In quest'ultimo romanzo dell'autrice americana alberga tanta realtà odierna e le capacità espressive sono indiscutibili, tuttavia tra le ansie, le tensioni e le schiarite di queste pagine, non si ravvisa la brillantezza profusa in “Olive Kitteridge”.
All'appello manca un pizzico di magia nella narrazione e a tratti il racconto sembra patire un rallentamento; il tema immigrazione e le immagini che ne scaturiscono suonano talora stereotipate, seppure ottimi spunti per riflettere su situazioni sociali attuali.

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Commenti

11 risultati - visualizzati 1 - 10 1 2
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Silvia, questo tuo giudizio globale cade a pennello su quello che sto pensando io leggendolo...ho finito la prima parte, una nuova tematica per me che non sapevo dei somali nel Maine. Lo stile è finora impeccabile eppure non è come leggere Amy e Isabelle oppure Olive Kitterdige.
Non conosco quest'autrice...insomma mi sembra di capire che i contenuti siano importanti ma che manchi qualcosa nel modo di raccontare...comunque sembra molto interessante, brava Silvia
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silvia71
07 Ottobre, 2013
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ciao Gracy, sapevo che anche tu lo stavi leggendo e quando ho cominciato a recensirlo, mi chiedevo cosa ne avresti pensato tu, che conosci la Strout meglio di me....
le mie aspettative erano alte, ma questo lavoro non mi ha convinto....
magari appena lo finisci ne parliamo più approfonditamente!
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silvia71
07 Ottobre, 2013
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ciao Enrico, grazie per aver letto il mio commento!
la penna della Strout merita di essere conosciuta e ti consiglio di leggere Olive
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C.U.B.
08 Ottobre, 2013
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Mai letta la Strout, a pelle non mi attira molto.
:-)
Ottime le tue osservazioni, Silvia. Forse a me è piaciuto più di quanto sia piaciuto a te, ma si potrebbe spiegare con il fatto che io non ho letto i precedenti... mi ripropongo di farlo. Comunque i temi proposti sono davvero importanti, tutti attualissimi.
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silvia71
08 Ottobre, 2013
Ultimo aggiornamento:
08 Ottobre, 2013
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Ciao Anna Maria, la Strout riesce sempre a mettere carne al fuoco nei suoi racconti, ma se leggerai Olive Kitteridge avrai modo di apprezzarla ancora più!
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gracy
10 Ottobre, 2013
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Sono d'accordo con Silvia. Ho finito quasi la seconda parte, lo centellino con un gruppo di lettura Silvia, vado a rilento e confermo che non mi sta appassionando come gli altri
@Anna Maria
se leggerai Olive Kitteridge il sapore della lettura è di gran lunga più straordinario, ricorda molto e non vorrei colpevolizzarla di plagio "il nipote" di James Purdy
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gracy
10 Ottobre, 2013
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@CUB
Invece secondo me la Strout ti entrerebbe nelle ossa :D ti piacerà!
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silvia71
10 Ottobre, 2013
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Ciao Gracy!
attendo la tua recensione....
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