Dettagli Recensione
Mai sottovalutare il potere dei libri
Parola di Nathan Glass…
O di Paul Auster?
“Quando trovi un uomo dotato di spirito c’è sempre speranza per il mondo.”
Paul Auster è uno scrittore che sa raccontare le sue storie, le arricchisce di dettagli, di minuziosi aneddoti e di personaggi che vivono la loro esistenza con grande trasporto e condivisione con il lettore, con reale affetto e amore. Parte da un racconto lineare, senza frasi particolarmente memorabili, per concludere la storia in un perfetto cerchio ricco di contenuti quasi tentacolari che abbracciano tanti versanti, il tutto con uno stile pacato e mai urlato
Forse sono presenti tutti i sentimenti che l’uomo è capace di provare e pertanto il tutto può divenire una follia, così le follie di Brooklyn sono il frutto di quello che passa per la mente di Nathan, sessantenne da tempo in pensione e da tempo in lotta con un tumore in fase di guarigione, che decide di ritornare alle origini, nei pressi di Park Slope in una poliedrica Brooklyn, il posto perfetto dove morire e dove scrivere un libro.
Nathan,decide di fare una resa dei conti con la sua vita e con i legami affettivi che più gli stanno vicino, come il nipote Tom, la nipote Aurora, la figlia Rachel e la piccola Lucy, e tanti nuovi amici e nemici, personaggi troppo normali da rasentare la follia dei drammi vissuti o a sfatarli rendendoli quasi divertenti commedie che si snodano con abile manualità in piccoli corollari dalle tinte forti.
Auster perfetto burattinaio muove le fila tra divagazioni kafkiane, ricordando le lettere indirizzate a una bambina di una bambola scomparsa, passando per il fatidico 11 settembre che coincideva con una data propizia per il nostro Nathan.
Auster, infarcendo le storie di surreali situazioni e di reali emozioni, un po’ autobiografiche, ha voluto ricordarci che nella vita di tutti i giorni c’è posto per ogni cosa e ognuno occupa un posto suo in un angolo di mondo, a prescindere da tutto il resto che ruota attorno.
Piacevole e scorrevole, una spanna sotto “Mr Vertigo” che mi ha fatto innamorare della penna stupefacente di Auster.
“Preferisco mille volte un furfante astuto a un pio allocco. Forse il primo non rispetterà le regole del gioco, ma ha lo spirito.”
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Commenti
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Bel commento Gracy!
Ti assicuro che per un ipocondriaco come me non è un dettaglio secondario!
Brava e originale come sempre, Gracy! :-)
Ringrazio il cielo di non aver iniziato Auster leggendo la trilogia di New York!! Perchè in molti non l'hanno capita o come mario l'hanno abbandonata, ho letto finora 2 libri che ho davvero amato, poi Mr Vertigo è ancora più interessante, una storia che mi ha regalato le emozioni di quando leggevo le favole da bambina.
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