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Straordinario
C'era una volta un ragazzo che iniziava il suo cammino verso la vita e un prete saggio che dava ottimi consigli perché capiva il mondo e ne percepiva il moto; il ragazzo avrebbe voluto conoscere tutto, sentirsi già grande, leggere opere importanti, ma il prete gli consigliò la lettura di questo piccolo libro, dal nome curioso di un autore dal nome impronunciabile che proveniva da quel lontano mondo sovietico che era ora vituperato ora idolatrato.
Tendrjakov crea un piccolo capolavoro destinato a rimanere nell'oblio come spesso accade per quelle opere che, al pari del Piccolo Principe, non si limitano a raccontare una storia, ma scavano nell'animo umano e ne scovano le più profonde corde facendole vibrare e costringendo a riflettere.
Il tema trattato è affascinante: una studentessa della decima classe di un istituto sovietico è credente, anche il professore di matematica lo è; si urla allo scandalo, all'espulsione, al licenziamento.
Ogni pagina sembra vibrare impregnando le membra e il cervello di impulsi nervosi che costringono a pensare, a riflettere su ciò che non è evidente sul piano narrativo, ma come per magia lo diviene sul piano emozionale.
Tendrjakov riesce attraverso uno stile semplice, accessibile a tutti costruito con un lessico ricco, ma non elitario a imbastire una storia verosimile e sincera con personaggi che sembrano far parte della vita di tutti i giorni e proprio per questo immediati e comprensibili.
La storia è raccontata dal preside della scuola ed è in prima persona, scelta che rende tutta la narrazione fresca ed empatica; questo maestro è caratterizzato così bene, in modo così puntuale senza essere ridondante, così autoritario, così umano, ma soprattutto giusto; sembra che conosca non solo la distinzione tra bene e male, ma che conosca anche la strada da percorrere per arrivarci, cerca di essere un insegnante e di trasmettere se stesso agli altri. Di colpo quando le pagine finiscono non si ha un'idea di cosa sia Dio, l'anima e la religione, ma si hanno gli strumenti per formulare un pensiero, creare un'opinione e la sensazione di essere una persona migliore.
Quel ragazzo dopo aver un po' storto il naso decise, forse per reverenza verso quell'uomo così autorevole, di iniziare la lettura e ne rimase folgorato, fu uno di quei libri che segnarono la strada della sua straordinaria vita, che gli fece capire che ciò che sarebbe stato avrebbe anche di poco cambiato il mondo e che avrebbe trasmesso tutto se stesso ai suoi figli, perpetuando quella magia che quel giorno lontano delle parole scritte su della carta riuscirono a creare.
Quel prete era Don Lorenzo Milani e quel ragazzo il mio babbo.
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Me lo segno , dovessi trovarlo in qualche mercatino :-)