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Viaggio al termine di una stanza
 
Viaggio al termine di una stanza 2013-09-23 06:44:53 Aster
Voto medio 
 
2.3
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
2.0
Aster Opinione inserita da Aster    23 Settembre, 2013
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Viaggio a vuoto

Ho avuto bisogno di due letture a distanza di un anno per capire che questo libro non fa assolutamente per me. Vista la presentazione del romanzo credevo di trovare una storia misteriosa e appassionante: una ragazza bizzarra riceve una lettera dal fidanzato morto dieci anni prima, difficile non attirare la mia attenzione. Tuttavia nelle prime 200 pagine circa (su 300) è presente un solo accenno alla faccenda: il mistero non s'infittisce mica. Questa parte di romanzo è dedicata alle abitudini di vita della protagonista, Oceane trentenne londinese, al lavoro in un sex club di Barcellona e all'insolita esperienza di un suo amico durante la guerra in Iugoslavia. Il tutto accompagnato da riflessioni su Londra, la vita, le relazioni con gli altri, che molto spesso finiscono per deviare verso pensieri sull'attività preferita da Oceane, l' "orgasmistica". Ma ecco, ad un certo punto della narrazione, un ritorno di lettere decennali: l'azione riprende e si perde nuovamente, fino a sfumare in una banale risoluzione dell'enigma e in un finale da lasciarmi con un "Beh?" amaro in bocca.

Lo stile di Fischer mi piace, molto scorrevole e moderno, con un linguaggio schietto, ma sempre curato e ricco di humour potenzialmente divertente. Chiaramente il riaffiorare del passato perduto nella vita di Oceane è solo un pretesto per agganciarsi ad altri argomenti, ma la storia non funziona: mi è parsa un irritante collage di aneddoti sulla vita di chiunque venga nominato nella narrazione, come se l'autore avesse avuto molte chicche curiose da raccontare e avesse voluto inserirle a forza in un libro. Non ho capito tanti dialoghi senza capo né coda; le storielle poi, le ho trovate tanto inverosimili da non appassionarmi, ma non abbastanza inverosimili da diventare stranamente spassose. Insomma, "Viaggio al termine di una stanza" non lascia grandi temi su cui meditare dopo averlo concluso, ma non garantisce nemmeno quel semplice piacere fruibile durante la lettura, che fa passare qualche ora gradevole o ricca di pathos e sentimento.

Ma forse il problema sono io, che non sono in grado di apprezzare un autore come Fischer, descritto nella presentazione come "uno dei migliori giovani romanzieri britannici" o "uno dei più significativi scrittori inglesi delle nuove generazioni", riferendosi al suo romanzo di successo "Sotto il culo della rana". Magari ho beccato il libro meno brillante e mi dispiaccio di aver conosciuto lo scrittore in questo modo, ma dopo le due estenuanti e insoddisfacenti letture di "Viaggio al termine di una stanza" non credo di approfondire la sua produzione letteraria, almeno per ora.

Consigliare? Non consigliare? Sebbene la lettura sia soprattutto una questione soggettiva di gusti e stati d'animo, vi direi di cominciare con un altro romanzo di Fischer se avete intenzione di avvicinarvi al suo lavoro.

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