Dettagli Recensione
Difficile replicare un capolavoro
Se avete letto "L'ombra del vento " e vi aspettavate una sua replica resterete amaramente delusi ma ingiustamente...Zafon doveva per forza scrivere qualcosa di diverso e lo ha fatto.
Che dire della trama senza svelare troppo : il crescendo wagneriano delle ultime 200 pagine vale da solo il libro ma non pensate di poter fare a meno delle prime 400...sono come la crisalide per la farfalla! Direi piuttosto che l'autore poteva metterci una trentina di pagine in più per spiegare meglio alcune cose ma forse voleva lasciare al lettore una libera interpretazione di certe situazioni . Nell'"Ombra del vento" la parte soprannaturale acquisiva gradualmente una concretezza reale ,fino a scomparire nel plausibile e razionalmente spiegabile . Nel "gioco dell'Angelo" invece lo spazio tra il mondo reale e una dimensione onirica e soprannaturale si allarga sempre più per arrivare ad un finale emozionante .
Molto del presunto soprannaturale comunque è puro simbolismo, un drammatico parallelo tra la vita delle opere create dalla penna dello scrittore e la sua stessa esistenza personale, tra le sue aspirazioni e la sua salute: si passa dall'inedia morale e sentimentale quando scrive storielle di successo ma in cui non si riconosce , alla malattia incurabile che rappresenta l'agonia del suo essere scrittore ,della sua ispirazione , del bisogno vitale e crudelmente negato che ciò che lui vorrebbe veramente esprimere tramite le sue pagine venga riconosciuto ed apprezzato.
La fantomatica ed onirica operazione di guarigione a cui viene sottoposto il protagonista rappresenta la rinascita di fronte alla possibilità di essere gratificato per la propria opera e di poter affrontare una nuova sfida .
Qualcuno potrebbe obiettare che la parte sovrannaturale fa perdere punti al romanzo ma ricordo che storie come "Il Signore degli anelli" non sono esattamente razionali e realistiche eppure hanno emozionato milioni di lettori, la storia, il racconto, sono solo un mezzo per farci arrivare un messaggio e più questo rimane e passa da un lettore all'altro più l'autore ha colpito nel segno.
Si tratta di un libro più complesso e meno facile ed immediato del precedente , attenzione a leggerlo tutto d'un fiato perchè sarebbe come entrare in una camera di specchi ed uscire subito perchè si pensa di vedere la stessa cosa da ogni lato e non si capisce l'importanza di vedere ogni lato della stessa cosa...
Se ci è ancora concesso amare un libro per le emozioni che ti fa vivere e il ricordo che lascia nel tempo allora questo libro è promosso a pieni voti , come scrisse Tolstoj "non si ama ciò che è bello ma è infinitamente bello ciò che si ama..."