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AFFANNOSA LETTURA
Lo sanno tutti: questo libro è un capolavoro.
Io abuso dello spazio mediatico non per lasciare delle vere recensioni (dacchè non ne ho le capacità e la competenza) ma delle considerazioni personali. Come post-it su un libro che lascio da leggere ad un amico.
E qui lascio, con un pizzico di frustrazione ma in completa onestà, un post per appuntare tutta la fatica che ho fatto per non lasciare a metà questo romanzo.
Già tanti hanno descritto in modo chiaro gli aspetti pregevoli (per chi li sa notare) dello stile di scrittura di Kafka e del senso filosofico della storia rappresentata, perciò, prima (ma anche dopo) la lettura del "Processo" è utile leggere quelle recensioni.
Invece io mi azzardo a lasciare questa recensione per tutti quelli che come me si troveranno a disagio fra le righe di questo romanzo, che è una storia dagli spazi claustrofobici, da atmosfere cupe, da scene tremende e grottesche, che avrebbe potuto anche conquistarmi ma è scritta con uno stile che mi ha spinto più di una volta ad abbandonarne la lettura.
Certo questo dipende da me.
Ma un dubbio mi è venuto: mi è sembrato come quando guardo film vecchissimi, magari ancora muti, che sono stati considerati capolavori. Roba interessante dal punto di vista storico, ma che non può più coinvolgermi artisticamente.
Poi però mi tornano in mente i "Promessi Sposi" che ho riletto qualche anno fa senza avvertire alcuna noia e mi pare che tutto quanto appena scritto lasci il tempo che trova ...
O forse no ...
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