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TEMPI DURI
In questo romanzo Grisham, stupendoci, mostra com’era la vita nell’Arkansas negli anni del dopoguerra.
La voce narrante è Luke, bambino di sette anni, che consuma le proprie giornate tra i campi di cotone ed i lavori domestici. L’unico svago, oltre alla scuola, è il baseball. Oh che gioia poter sentire alla radio la partita dei Cardinals seduti sul dondolo della veranda insieme alla famiglia, nonni compresi, a far riposare le stanche membra. Che delizia la domenica svegliarsi col sole già alto, a differenza della consuetudine feriale fatta di levatacce mattutine.
Oggigiorno può sembrare poca cosa, ma fino a non molto tempo fa, prima dell’inesorabile progresso, erano momenti rari e preziosi, ai quali ricorrere col pensiero negli attimi più duri della settimana.
La spada di Damocle dei contadini è il tempo ballerino, il sole permette la raccolta e quindi il guadagno per sopravvivere dignitosamente, la pioggia (in America spesso è accompagnata dai tornado) distrugge ciò che incontra quindi regala miseria. La grande consolazione nella gioia e nel dolore è la religione, alla quale tutti i componenti della comunità attingono con senso del dovere ed intimo piacere.
La fattoria di questi agricoltori è isolata e si trova al di là del fiume, non è verniciata per mancanza di soldi, elemento importante perché distingue in paese i danarosi da quelli poveri. E qui si intrecciano storie di braccianti, di ragazzi sfortunati, di persone cattive e di bambini innocenti, che segneranno per sempre l’esistenza di Luke e di tutta la sua famiglia.
Romanzo semplice e scorrevole. Il cambio di genere dell’autore, re dei legal thriller, sorprende ma non delude. Anzi, l’ho preferito a tante altre sue creazioni. I personaggi, i luoghi e le situazioni sono descritti con precisione e direi quasi affetto, c’è proprio del tenero nel tono generale della lettura. Ci si affeziona a questa famiglia povera ma fiera, uniti nella fortuna e sventura. Stona un po’ la perspicacia di Luke, per avere sette anni capisce fin troppo bene i difficili meccanismi della mente umana e ne rimane poco impressionato. Qualche rigo l’ho saltato perché troppo a tema baseball di cui io non capisco nulla, il resto è davvero piacevole ed avvolgente. Dispiace chiudere il libro, ci vivono persone umili e generose, sarebbero degli ottimi vicini di casa.
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@Calzina: grazie a te!
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