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L'ACQUA CHE TOGLIE E RESTITUISCE
Come tante altre volte è successo, ho scoperto qui Irène Nemirovsky, tamponando leggermente le infinite mancanze del mio mondo letterario.
Colpita, ecco come mi sento. Colpita da questa autrice che in poco più di 80 pagine è riuscita a girare un cortometraggio di parole talmente evocativo che al termine della lettura ero marchiata da un ghigno beffardo e compiaciuto.
La brevità di questa opera è certamente insufficiente affinché la mia fantasia abbia già dato volti ai protagonisti, ma talmente intenso e conduttore da avermi trasmesso in mezz’ora l’empatia con Antoinette.
Questa quattordicenne, (nella mia mente un po’ Carrie di S.King devo ammettere…), sbocciata da poco nell’adolescenza, subisce con rabbia crescente le frustrazioni di una madre e di un padre che, improvvisamente arricchitisi, le trasmettono con ogni gesto e parola la sua inadeguatezza in un mondo ricoperto di pareti bianche e mobili color bronzo.
La rabbia di Antoinette si trasforma in pensieri di vendetta, con l’enfasi e l’intensità di una ragazza giovanissima a cui pare che venga tolto il futuro dei suoi sogni.
La rabbia di Irène si manifesta in questo libro nei confronti della sua gente con una piccola ma affilatissima freccia alla superficialità e alla pochezza borghese.
“Se ti danno uno schiaffo, porgi l’altra guancia….Il bel mondo è la migliore scuola di umiltà cristiana”
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Commenti
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sono giorni che commento e voto autori a a me sconosciuti.
insomma dai un giudizio positivo su questo breve romanzo.
brava valeciao paola
Pia
@Paola: grazie mille, meno mane che su QL abbiamo un infinità di conoscenza a disposizione!!
@Pia: hai proprio ragione, a volte bisognerebbe andare alla base per capire dove nascono i problemi reali...
@Ally: anch'io approfondirò Irène, sono convinta che non ce ne pentiremo ;)
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