Dettagli Recensione
"La vita è difettosa"
Una lettura spiazzante quella di “Quando ti vedo andare via”, romanzo di Sophie Dahl. Kitty, donna felicemente sposata e in attesa di una bambina, intraprende un viaggio che da New York la riporta, ancora una volta, in Inghilterra al capezzale della madre ricoverata in ospedale psichiatrico. Un viaggio psicologicamente difficile in quanto risveglia in lei i ricordi di un’adolescenza non certo serena. L’intero romanzo è costruito su continui flashback che ripercorrono la vita della protagonista tra gli undici e i quindici anni. La lettura non è sempre semplice, spesso appare piuttosto confusa in quanto vengono presentati tanti personaggi, importantissimi per qualche pagina, ma che improvvisamente spariscono; vengono toccati diversi temi (istruzione, amicizie, spiritualità, droga, sesso…)ma appena si pensa che la trama verta ad approfondirne uno… questo viene abbandonato e si passa velocemente ad altro. Quello proposto dall’autrice è, dunque, uno stile molto originale e, a mio avviso, un po’ irritante. Forse, però, questo modo di presentare diversi fatti è proprio quello più adatto a rendere bene l’idea della mancanza di punti di riferimento, della vita sregolata e dei continui e improvvisi cambiamenti che la protagonista e i suoi fratelli, Violet e Sam, devono subire per soddisfare l’eterna ricerca della felicità di Marina, la loro bellissima ma immatura madre. Durante i quattro anni raccontati vengono descritti diversi traslochi (dall’Inghilterra a New York e viceversa), più figure maschili (improbabili figure paterne) a cui Kitty, Violet e Sam si affezionano e si disaffezionano rapidamente, cambiamenti di umore improvvisi della madre, eccessi , amicizie stravaganti. La mancanza di figure adulte forti (oltre alla madre, anche i nonni e le zie rinunciano troppo facilmente, a mio parere, al loro ruolo di educatori) e di regole ben chiare, porta Kitty ad assumere atteggiamenti sbagliati e a fare scelte discutibili. Pagina dopo pagina, infatti, i ricordi diventano via via più amari e la situazione precipita… Il finale è brusco, avrei voluto che l’autrice raccontasse qualcosa di positivo dopo la spirale di negatività a cui ha reso partecipe il lettore…ma il riscatto della protagonista è solo accennato e lasciato all’immaginazione. Anche alla fine, dunque, prevale lo sgomento che accompagna, a mio parere, tutta la lettura. Questa sensazione, allora, può essere la chiave per dare il senso a tutto il libro,in quanto dovrebbe spronare a pensare quali grandi responsabilità ci si deve assumere nel momento in cui si decide di creare una famiglia.
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