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Il dolore, il colore e la dignità dell'Irlanda
Ho acquistato il romanzo dopo essermi ricordato di aver visto il film che ne è stato tratto alcuni anni prima. La versione cinematografica mi aveva molto colpito a suo tempo, sia per l'ambientazione piovosa e tetra di una Irlanda in miseria che per la sottile drammaticità che la pervadeva.
Tutte queste impressioni le ho ritrovate, ancora più intense e vivide nelle pagine del libro.
Il racconto narra le vicende di una squattrinata famiglia irlandese dei primi del 900, alle prese con violenze, malattie e qualche fugace scampolo di felicità .
Sono gli occhi del protagonista, un bambino che a poco a poco si fa uomo, a descrivere il tutto con sorprendente originalità, con intelligenza e sagacia, facendo si che diventi quasi possibile toccare con mano l'umidità di una baracca nella quale entra la pioggia, i volti segnati dalla fame di un popolo senza speranze, il bigottismo serpeggiante.
Tra i vari personaggi che animano il racconto spicca senza dubbio la madre del ragazzo, Angela, che oltre dare nome all'opera si fa espressione di una umanità coraggiosa e duramente provata, quantomai reale.
La parte più misera dell'Irlanda è tratteggiata con estrema accuratezza e veridicità, tanto che è impossibile non provare compassione per le povere anime in pena che hanno vissuto quegli anni.
Lo stile scorrevole e toccante di Frank McCourt accompagnano con delicatezza il lettore all'interno di questo romanzo, che , pur intrecciando storie e momenti spesso tristi e commoventi, conserva fino all'ultima riga un'insopprimibile speranza verso una felicità che prima o poi arriverà.
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