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Le inversioni di rotta e l'equilibrio precario
1Q84 è il romanzo del cambiamento e dell’equilibrio precario. Nella storia si susseguono puntualmente una serie di rivelazioni che inducono i personaggi non proprio a cambiare, piuttosto a riscoprirsi davvero per la prima volta. Queste improvvise inversioni di rotta si riproducono in una realtà ben più vasta dell’anima delle persone. L’intero mondo sembra aver imboccato una direzione senza ritorno, la cui comprensione è difficile quanto inquietante. Le anime di Murakami sono perennemente in bilico: tra ciò che sono e ciò che vogliono sembrare, tra mondi vecchi e nuovi, tra sogno e realtà.
Iniziando a leggere il romanzo, nelle primissime pagine, ho avuto l’impressione di entrare in un universo letterario nuovo. Lo stile dello scrittore è particolare, i dialoghi dei personaggi si fissano nella mente senza il minimo sforzo, perché sanno di vero.
Più che su carta, sembrano incisi nella pietra. La sensazione durante la lettura è appagante, perché nel momento in cui i personaggi pronunciano le loro parole sembra che ne abbiano la piena coscienza, un senso della verità che nei discorsi quotidiani, informali e non, spesso e purtroppo manca.
I personaggi, chi più chi meno, sono originali e veri. Come non restare affascinati dalla magnetica Aomame? Una donna in apparenza disfattista e nichilista, che sembra abbia costruito il suo equilibrio sulla più fredda razionalità. E invece ad alimentare ogni suo movimento e respiro, giorno dopo giorno, è un amore immenso, che nel suo nascere si è nutrito di pochissimo. E Murakami è riuscito a rendere l’intensità di questo sentimento senza ricorrere a eccessi poetici e romantici. Forse è per questo che l’amore di Aomame, che potrebbe davvero risultare inconcepibile lo si percepisce come vero, inequivocabilmente.
E come non restare colpiti dalla splendida Fukaeri? Dai suoi silenzi significativi, e dalla sua profonda essenzialità?
A mio parere i protagonisti femminili hanno una forza particolare, di gran lunga superiore a quella dei personaggi maschili. Anche se Tengo, “il gigante buono” fragile ed emotivo non può non essere nominato.
La struttura narrativa è ingegnosa, anche se non sempre efficace. Si alternano, capitolo dopo capitolo, le vicende dei due protagonisti principali, Aomame e Tengo, che consentono, nel momento di maggiore suspense, di spezzare il racconto tenendo i lettori attaccati al libro. Uno strumento usato forse in modo un po’ esasperato, che ( a me personalmente) ha rovinato il piacere nella lettura del finale.
Le digressioni sono in gran quantità, per cui a volte il ritmo della narrazione è rallentato. Spesso accade che si tratti (ahimè!) di ripetizioni più che digressioni. Tendo comunque a spezzare una lancia in favore di queste ripetizioni perché l’intreccio narrativo è davvero complesso, per qui i resoconti che i personaggi ogni tanto si fanno servono a chiarire anche ai lettori la situzione.
Inoltre ho notato che Murakami ha un grande controllo della storia, nelle sue complessità e nei suoi mille dettagli. Con evidente consapevolezza sparge qua e la dubbi e questioni irrisolte, di cui non si dimentica, e che spiega nel momento opportuno.
IN SINTESI è un libro che consiglio, in quanto sorprendente nella trama, originale nella costruzione dei personaggi, speciale nello stile. Le lungaggini e le ripetizioni rallentano un po’ il tutto, ma ne vale la pena!
P.S. La descrizione della routine dei personaggi e della cucina è davvero piacevole e profonda nella sua semplicità. Mi ha rilassata.
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Commenti
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Ma ora, leggendo la tua recensione (a proposito, complimenti!), può darsi che cambi idea e il pdf sul mio tablet non verrà cancellato subito: più in là potrei decidere di prendere coraggio e leggerlo! Sono incuriosita più che altro da questo stile particolare di cui tutti parlano...tu mi assicuri che ne vale la pena?
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Sarà per la lentezza o per quella sensazione che mi lascia sempre, di non sapere bene dove stia andando a parare. Mia personalissima opinione.
Però la tue recensione è da applausi.