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Che cosa ti aspettavi?
Bellissimo! Questo libro parla della vita del prof. Stoner iniziando dall'adolescenza e dalla decisione del padre di fargli studiare agraria. Il segreto del libro non è in ciò che ci viene detto ma in ciò che l'autore non dice della vita di Stoner. E l'autore ci nasconde pensieri e emozioni dei personaggi, che sono quasi tutti incapaci di esprimerli e probabilmente non solo di esprimerli ma di decifrarli. Bellissimo l'incontro di Stoner con la letteratura inglese. Lo studente resta così profondamente colpito e turbato da sembrare ebete,da essere del tutto incapace di spiegare il contenuto di una poesia. Poi si vedrà che così non è, lo studente è solo congelato dalla fortissima impressione, paralizzato di fronte alla bellezza da un'emozione che non riesce a decifrare. Anche nella vita, Stoner è totalmente incapace di capire le emozioni proprie e soprattutto di sua moglie Edith affetta dalla stessa difficoltà emotiva-affettiva. Con Edith inizia una guerra che attraverserà tutta la vita di Stoner in contemporanea con la battaglia sul fronte universitario con un altro docente il prof. Lomax. Bellissimo il primo atto di questa guerra, il più bello, quando Stoner si ritrova tagliato fuori sia dalla vita universitaria che famigliare, sconfitto su tutti i fronti, e guarda dal suo ufficio surriscaldato il campo coperto di neve, estraniandosi sempre più da se stesso, in un desiderio, forse più attrazione che desiderio, di morte. Ho riletto queste bellissime pagine diverse volte. Certo, poi il libro prende una piega più vitale. Stoner trova un affetto, trova le armi per combattere Lomax riuscendo a entrare perfettamente dentro quelle eterne dinamiche universitarie che inizialmente sembrava dovesse solo subire. Bello il finale anche se le pagine del campo di neve sono le più belle. Il finale riesce comunque a trasmettere perfettamente lo stato d'animo di Stoner. Anche lì Stoner, come lo è stato in tutta la sua vita, è in attesa. Tutto ciò che per lui conta di più è nelle pagine del libro che gli cade di mano nell'ultima pagina del romanzo. Bellissima la tranquillità, la mitezza del personaggio, il modo in cui attraversa quasi con rassegnazione l'esistenza. Che cosa ti aspettavi?
Drammatico invece il rapporto con la figlia. Lì non è riuscito a reagire come ha fatto, invece, in qualche modo, sul lavoro. La figura della figlia abbandonata nelle mani di quella madre fredda e probabilmente psicotica, la distruzione sistematica della sua psiche da parte della madre manipolatrice e anaffettiva senza che Stoner trovi armi per difenderla, lascia irrimediabilmente gelato il lettore.
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Bravo Mario! Anche io cerco sempre di consigliarlo a chi ama leggere bei libri.