Dettagli Recensione
“Non si dice che le persone che amano il verde...
...sono concrete?"
“Appena prese l’osso dalle mani della bimba, che era seduta per terra e lo masticava, si accorse che era umano”.
Questo è l’inizio del primo capitolo, che da l’idea di una storia che nasce da pochi indizi per trovare a chi appartiene uno scheletro rinvenuto in un terreno vicino Reykjavík. Le ricerche del commissario Erlendur sono approfondite e abbracciano eventi e famiglie che sono vissute in quel posto nel giro di quasi un secolo a partire dal 1910, quando una lontana cometa di Halley rappresentava per i contadini come una sorta di fuoco distruttore a tal punto che valeva la pena concedersi ai piaceri della carne, tanto la fine del mondo era alle porte. Una brutta storia che porta dietro i segni di sofferte fanciulleze e di uomini cresciuti con l’odio dentro, alimentato dalla perdita del buon senso e della bontà, proprio come gli orchi dei fratelli Grimm si insediava e attecchiva la fine dei sentimenti, dell’amore e del rispetto.
Il filo conduttore è davvero ben costruito, si intrecciano le storie del passato con il presente attraverso flashback inquietanti e scalpitanti. Tutte le storie hanno come tema dominante le violenze domestiche perpetrate contro le donne, come una forma di prosieguo naturale di chi ha vissuto una vita fatta di violenza a sua volta, come se la violenza e l’abbrutimento rappresentano le uniche conoscenze di sentimento necessarie per poter vivere e amare gli altri.
Davvero una tematica scottante e sconcertante .
Con Arnaldur anche l’Islanda ha il suo scrittore che spicca per i gialli costruiti con scenari legati a questa nazione che sa tanto di gelido mare, di rovi ricchi di ribes ottimi per marmellate superbe e di brughiere sconfinate al vento. Ma soprattutto perché il giallo si tinge di tinte psicologhe di un certo spessore.
“La signora in verde” rappresenta il secondo episodio della numerosa serie dedicata al commissario cupo e depresso Erlendur Sveinnson.
“Alla fine ti vergogni di essere la vittima di un uomo così; sparisci, ti chiudi in una solitudine totale e impedisci a chiunque di entrare nel tuo mondo, anche ai tuoi figli, perché non vuoi che nessuno si avvicini, meno che mai loro. E rimani lì ad aspettare la violenza successiva, che arriva all’improvviso; lui è pieno di odio per qualcosa che non capisci nemmeno cosa sia, e tutta la vita è solo un’infinità attesa prima di un nuovo maltrattamento. Quando arriverà? Quanto farà male? Cosa l’avrà scatenato? Come poterlo evitare? Più cerco di compiacerlo più lui mi disprezza. Più mostro sottomissione e paura, più lui accumula odio nei miei confronti. E se mi ribello non faccio mai la cosa giusta. Mai.”
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ciao Denis
@Marco
"Un caso archiviato" messo in Wish list
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