Dettagli Recensione
E' una storia d'amore...
Credo che nella vita è noto che esistono malattie davvero brutte, ma ci sono quelle che sono davvero agghiaccianti, una malattia cronica congenita da l’idea al malato di non aver mai conosciuto il benessere di stato sano, viceversa un uomo sano che si ritrova malato cronico irreversibile è uno stato che mette l’individuo al confine di due vite parallele.
“Io prima di te” è essenzialmente una storia d’amore.
Una storia d’amore sdolcinata, una storia d'amore sofferta,una storia d’amore insolita, ua storia d'amore cinica e una storia d’amore atroce come lo è la tetraplegia C5/6.
Chiudo gli occhi e immagino Will Traynor prima dell’incidente che incontra Louisa Clarke e penso che mai e poi mai si sarebbe innamorato di una ragazza dei sobborghi così insignificante e così comune.
Riapro gli occhi e mi chiedo “sto leggendo una strazio di storia edulcorata per donne, una storia da snobbare caspita!”
Li richiudo e mi viene in mente “Ci sono ore normali, e poi ci sono ore invalide, durante le quali si ferma e scivola via, in cui la vita-la vita reale- sembra scorrere su un binario parallelo.”
Che la lettura abbia inizio e ovunque mi porterà so che soffrirò…
“La cosa curiosa dell’essere catapultati in una vita completamente nuova, o almeno sospinti così forte contro quella di qualcun altro da ritrovarti con il viso schiacciato contro la sua finestra, è che sei costretto a rivedere l’idea di te stesso. O di come potresti apparire agli occhi degli altri.”
Ecco è questa la storia quotidiana di questo libro che si svolge inseguendo una vita parallela, una vita tra l’incudine e il martello, tra una data di scadenza tatuata a fuoco e centodiciassette giorni per convincere Will Traynor che aveva una ragione per vivere.
Lo spettro della Dignitas che sovrasta con la sua discutibile capacità di prendersi la vita e restituirne le ceneri, mette solo tanta tristezza e tanta inquietudine da obnubilare di continuo la mente del lettore con questo pensiero. E’ davvero spiazzante e a niente vale l’ironia e la semplicità di Louisa con le sue battute, le sue scarpe stravaganti i suoi vestitini vintage.
“ Mi sforzai di non pensare a niente. Cercavo soltanto di esserci, cercavo di assorbire l’uomo che amavo per osmosi, cercavo di imprimere su me stessa quello che mi rimaneva di lui.”
...Oh Luoise che strazio, che ingiustizia, tu che avevi accolto questo lavoro senza abilità professionali e dove contava soltanto il tuo atteggiamento mentale.
Finalmente si arriva alla fine, grondante di lacrime assieme a Louise, la piccola Busy bee, l’apina operosa, a mangiare un croissant davanti a un caffè in un bar di Rue des Francs Bourgeois con l’occhio rivolto a una storica profumeria.
Mi sono posta tanti interrogativi.
“Si può aiutare veramente solo chi vuole essere aiutato.”
…siamo sicuri di questa cosa?
Accidenti!!
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Commenti
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...no , io passo pero'.
intressante recensione; ma no grazie ! :)
In questo periodo sto discutendo con gran parte della mia compagnia perché cerco di aiutare un amico con un grosso problema che però...non vuole essere aiutato, secondo loro dovrebbe essere lasciato nel suo "brodo"...secondo me no!!!
E in effetti è un quesito che ti logora!!!
I miei neuroni però hanno bisogno di una vacanza....rimando questa la lettura a dopo le ferie!!!
Grazie però dell'interessante segnalazione!!!DEVO LEGGERLO ASSOLUTAMENTE ;-)
Grazie di avermi letta e commentato, siete stati gentili!!
@Mirko
si...sono d'accordo a non leggerlo in ferie
@Annamaria
si..."aiutare" viene sempre prima
@Dani
bella cosa l'aiuto incondizionato, non so il problema ma continua la tua linea e sopratutto leggilo a settembre, dopo le ferie :)
@Gianfranco
vero, non c'è risposta sicura.
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